Autore: Redazione Centrale

  • Abbattimento jet. Sale tensione tra Russia e Turchia

    Jet russo in fiamme abbattuto dalla Turchia

    MOSCA. 26 NOV. E’ davvero alta la tensione tra la Russia e la Turchia dopo l’abbattimento di jet russo che Ankara accusa di aver sconfinato.

    “Abbiamo seri dubbi che l’abbattimento del jet russo sia stato un atto colposo, sembra molto una provocazione premeditata”. A dirlo in tv il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov. Mentre il ministro della Difesa russa Serghiei Shoigu ha comunicato che i sistemi di difesa anti missilistica S-400 saranno trasportati alla base militare russa di Khmeimim, a Latakia.

    Anche il secondo pilota del jet abbattuto è stato tratto in salvo e si trova in una base russa nella zona della Siria controllata da Mosca.

    Le forze armate turche hanno rafforzato i controlli aerei sul confine con la Siria dopo l’abbattimento del jet russo con i caccia F-16 che in 18 pattuglieranno la zona, mentre finora erano stati al massimo 12.

    Con un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara è stato reso noto che i ministri degli Esteri di Russia e Turchia hanno concordato di avere un colloquio nei prossimi giorni per discutere dell’abbattimento del jet di Mosca.

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  • Violenza sulle Donne. Le leggi ci sono ma…

    Oggi è la Giornata contro la violenza sulle donne

    GENOVA.25. NOV. Il 25 Novembre è notoriamente la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne, data non casuale, volta al ricordo del brutale omicidio perpetrato nel 1960 nella Repubblica Domenicana, all’epoca sotto la dittatura Trujillo, ai danni delle sorelle Mirabal, ritenute “Rivoluzionarie” e per questo torturate, strangolate ed infine gettate in un dirupo per dissimularne l’assassinio.

    Istituita dall’Onu con la risoluzione 54 / 134 del 17 Dicembre 1999 costituisce la giornata in cui banalmente si enunciano progetti promettenti, in Italia quasi sempre vuoti dal punto di vista della risposta sociale.

    Proprio oggi Mattarella dichiara “Contrastare la violenza sulle donne è un compito essenziale di ogni società che si proponga la piena tutela dei Diritti Fondamentali della persona”. La Boldrini, più realista e palesemente sensibile alla questione, asserisce invece che  non bisogna abbassare la guardia”.

    Valutiamo infatti quale sia la situazione nel nostro paese.

    Secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni e 788 mila donne nel mondo, durante la loro vita hanno subito violenza fisica o sessuale. Sono certamente dati preoccupanti, di cui gli operatori sociali quasi sempre ravvisano la causa nell’eterna disparità di genere. Più raramente si riflette sulla “radice” della “causa” che è culturale.

    In effetti, in un paese schierato a contrastare l’integralismo islamico, raramente si ammette che proprio nella nostra società che al resto d’Europa si pone come “evoluta”, siano radicati gli elementi di una struttura sociale arcaica.

    Basti pensare che il Delitto d’Onore, retaggio del Codice Rocco, in vigore durante il Fascismo, è stato abolito dal Codice Penale solo nel 1981. E che nell’immaginario di molti, la donna sarebbe ancora una sorta di “essere non senziente” su cui rovesciare frustrazioni ed altro. Come se vigesse ancora il Manus, alla stessa stregua dell’epoca romana.

    Le numerose campagne di sensibilizzazione sull’opinione pubblica, nell’ultimo decennio hanno ad ogni modo prodotto un ribaltamento dal punto di vista giuridico e giudiziario. Qualora non si potesse in alcun modo prevenire la violenza, le attuali leggi Italiane tutelano pienamente una donna, esplicandosi attraverso un eccellente operato delle Forze dell’Ordine, un’accurata successiva valutazione da parte della Magistratura. Tuttavia sul piano del supporto sociale il meccanismo difficilmente funziona.

    Mi rivolgo alle donne: con più coraggio e fiducia bisognerebbe rivolgersi alla Polizia od ai Carabinieri, proprio nell’ottica di ottenere un riscontro fattivo per la propria incolumità fisica e psicologica, invece di attardarsi in lentissimi appuntamenti presso i Centri Anti -Violenza che si configurano come associazioni di donne, che sussistono quasi sempre grazie a fondi provinciali o regionali, presso cui prestano servizio assistenti sociali, educatrici, psicologhe, avvocati donne nel tentativo di supportare le donne che vi si recano, insegnando loro sì a distinguere l’amore dal “malamore”, ma infondendo loro un certo senso di “inadeguatezza”, dal momento che solitamente l’impostazione dei maggiori Centri Anti-Violenza risponde ad un criterio secondo cui la donna deve sviluppare  “consapevolezza”  ed “autodeterminazione”, come se la realtà di un crimine fosse relativa.

    Quasi fosse un’analisi new age dei reati contro la persona. E raramente poi i Centri Anti- Violenza si presentano in Tribunale a testimoniare di aver supportato la donna X. Nell’estendersi di questo ulteriore calvario, probabilmente il compagno violento avrà sicuramente reiterato i propri atteggiamenti aggressivi e la “malcapitata” presenterà un dolore morale e fisico in più che nessuna operatrice del Centro sarà in grado od avrà voglia di curare.

    In Italia occorre effettuare un rilevante distinguo, tra il reato di stalking, art.613 bis codice penale ed il reato di maltrattamenti in famiglia, articolo 572 codice penale. E qui si aprono nuovi scenari di complessa difficoltà.

    Con il primo, dal termine inglese “to stalk “, ossia “fare la posta”/ “braccare la preda”, introdotto dalla Legge n°11 del 23 Febbraio 2009, si intendono tutte le condotte persecutorie (messaggi e telefonate continue, controllo…) verso una persona che interferiscono nella vita privata della stessa, alterandone le abitudini al fine di proteggersi dal “persecutore”.  E possiamo asserire con forza che in Italia abbiamo una delle migliori leggi al mondo sullo stalking.

    Ed ancora, qualora si provasse timore nell’esporre una querela nei confronti del presunto “stalker”, è doveroso sottolineare che l’art. 8 del D.L.23 Feb. 2009 n° 11, prevede l’ “Ammonimento del Questore”. In pratica ci si può rivolgere alla pubblica sicurezza, recandosi presso un Commissariato, o una caserma ed chiedere di effettuare un “Ammonimento” nei confronti dell’autore della condotta persecutoria. La richiesta in tempi brevi viene trasmessa al Questore che valuta il da farsi.

    L’ammonimento è orale. Il Questore, attraverso le forze dell’ordine, ammonirà lo “stalker” invitandolo ad astenersi dal  protrarre comportamenti persecutori. In alcuni casi può essere predisposto che il “persecutore” si mantenga a 100 metri di distanza dalla persona che considera la sua preda.

    L’Ammonimento è stato oggetto di alcune critiche, perché chiaramente presenta dei limiti, tuttavia si configura come un ottimo provvedimento. Chiaramente non è attuabile quando la donna richiedente voglia difendersi dal  proprio compagno, reo di atteggiamenti dispotici, laddòve siano presenti figli minori. Qui il reato viene classificato come “maltrattamenti in famiglia”, 572 c.p., per l’esattezza 11° capitolo del secondo libro del codice penale, dedicato ai delitti contro la famiglia. Ed in effetti in molti, tra cui lo stesso Pisapia, Sindaco di Milano ma innanzitutto Avvocato, ha obiettato che ” … sarebbe stata più opportuna la sua collocazione nell’ambito dei delitti contro la persona…”.

    Qui emerge la nota dolente che inibisce molte donne nel trovare il coraggio di denunciare! Laddòve la violenza sia intrafamiliare, alla presenza dei figli minori (reato di violenza assistita), la denuncia passerà non solo attraverso il Tribunale Ordinario, ma necessariamente anche per il Tribunale dei Minori.

    E qui scendono in campo le figure che meno amiamo: gli assistenti sociali. Ed in Italia davvero è difficile stimare e fidarci degli  assistenti sociali, dal momento che a differenza dei Paesi a nord del UE, come l’Olanda, la Svezia, in Italia quest’ultimi non assolvono ad un’azione di “assistenzialismo”, bensì si sovrappongono quasi alla polizia giudiziaria. E se pensate che supportino una donna e madre maltrattata, i dubbi salgono. Le diranno che è stata debole, esponendo i suoi figli alla violenza assistita, tipo di violenza riflessa che certamente può produrre degli effetti molto gravi nel comportamento di un minore, ma che una donna sia sottilmente indotta a sentirsi “colpevole” e “responsabile” per i maltrattamenti subiti, costituisce un ‘ulteriore umiliazione.

    Emerge anche qui lo spettro del delitto d’onore: si attrae la violenza perchè si è donne deboli. Un pò come in Nepal, in fondo, dove le donne vedove sono ritenute foriere di sventure, in quanto responsabili d’aver attratto la “morte ” sul proprio consorte. Qui a differenza del Nepal, non verremo bruciate vive, tuttavia il potere conferito agli assistenti sociali, spesso sfocia nell’abuso. Recentemente Strasburgo ha condannato il Tribunale dei Minori di Torino perché alcuni assistenti sociali un decennio fa hanno compromesso il legame familiare tra una nipote ed i nonni. E solitamente le Donne con figli prive di risorse economiche, per disposizione degli assistenti sociali, vengono trattenute in comunità od Istituti Religiosi per mesi / anni, adulterando uno stile normale di vita.

    A fine giornata 2015 contro la violenza sulle donne possiamo domandarci come, una donna maltrattata con prole, in prospettiva di un futuro di restrizioni controllo da parte degli assistenti sociali, possa trovare trovare il coraggio e la serenità di DENUNCIARE il compagno maltrattante? Io dico che potrebbe accogliere il prossimo schiaffo.

    Forse dobbiamo cambiare o migliorare l’organizzazione sociale in Italia. Le forze dell’ordine già svolgono un ottimo lavoro ed il proprio operato potrebbe essere convertito ulteriormente anche in una forma di  “supporto sociale”. Ma nell’ottica di una fattiva tutela di donne maltrattate, minori che hanno assistito alla violenza, anche uomini e padri da recuperare, credo che questo tipo di assistenti sociali, tra l’altro laureati in giurisprudenza, non in pedagogia o qualche altra materia sanitaria, utile al fine di contrastare gli effetti traumatici della violenza, debbano effettuare un percorso diverso per poter megli interagire con le parti e fare il loro lavoro di “assistere”.

    Romina De Simone

    L’Onu sulla Giornata contro la violenza sulle donnehttp://www.unric.org/it/attualita/27169-onu-giornata-internazionale-per-eliminazione-violenza-contro-donne-conferenza-stampa

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  • Al via le nuove banconote da 20 euro

    I nuovi 20 euro

    GENOVA. 25 NOV. Oggi entrerà in circolazione la nuova banconota da 20 euro della seconda serie, denominata “Europa”. Le nuove banconote sono dotate di elementi di sicurezza avanzati, che offrono una maggiore protezione dalla falsificazione.

    L’immissione in circolazione della nuova banconota sarà graduale. La data in cui le banconote della prima serie cesseranno di avere corso legale sarà annunciata con largo anticipo; dopo tale data, manterranno comunque il proprio valore e potranno essere cambiate presso la Banca d’Italia e le altre Banche Centrali Nazionali dei Paesi dell’area euro.

    La Banca d’Italia è da tempo impegnata in un’ampia campagna d’informazione al pubblico sulle nuove banconote, che si avvale anche di un sito internet dedicato (www.nuove-banconote-euro.eu). Per informazioni più dettagliate, è possibile rivolgersi alla Sede di Genova della Banca d’Italia (via Dante 3).

    Banconota 20 euro fronte

    Banconota retro

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  • Streamago live, per Facebook, arriva su android

    ITALIA. 25 NOV. L’applicazione di Tiscali, prima per i live, video e audio, in diretta su Facebook, sbarca anche sul sistema Android.

    Dal 2011, anno di lancio nel web, solo i proprietari di smartphone IOS potevano utilizzare Streamago per condividere audio e video, sulle proprie pagine o profili Facebook. Da ieri, martedì 24 novembre, come ha annunciato Tiscali stessa, l’applicazione è disponibile anche per il sistema Android.

    Nel dettaglio, Streamago, permette agli utenti di postare contenuti, audio e video, in diretta, sul profilo o nelle proprie pagine Facebook. Inoltre si può anche accedere alla Streamago Tv per vedere tutti i video pubblicati sulla piattaforma e commentarli. Come per le pagine fan o i profili Twitter, si possono scegliere gli utenti preferiti da seguire in tempo reale oppure on demand, in ogni parte del mondo.

    Streamago è disponibile sull’AppStore di Apple, sul Google Play Store, e su Facebook.

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  • Cina, ritrova la figlia dopo 10 anni

    Internet Cafè in Cina

    HANGZHOU. 25 NOV. Xiaoyun, una 24enne cinese sparita da dieci anni e che per era stata data ormai per morta dai genitori, è stata trovata lo scorso 20 novembre da alcuni poliziotti durante un controllo in un internet cafè di Hangzhou, nella Cina orientale.

    La ragazza, che è stata trovata in posseso di un documento falso, è stata portata alla stazione di polizia, dove è stata trovata tra le persone scomparse tramite un’identikit di dieci anni prima nella vicina città di Dongyang.

    La 24 enne ha ammesso la propria identità e ha confessato di essere scappata da casa quando aveva 14 anni stanca dei continui rimproveri dei genitori prendendo la decisione di sparire per sempre.

    La ragazza, che dovrà pagare una multa di 150 euro per utilizzo di documenti falsi, racconta di essersi spostata in diverse città, tra cui Jinhua, Jiangxi e Hangzhou, e di essersi mantenuta, in tutti questi anni, lavorando soprattutto negli internet cafè e giocando ai videogames.

    Era diventata così brava nel gioco online Cross Fire da spingere molte persone a pagarla affinché fosse lei a giocare al posto loro.

    Nel frattempo, dopo un po’ di tempo dalla sua scomparsa, i suoi genitori avevano presunto che fosse morta e avevano addirittura rimosso il suo nome dai documenti di famiglia.

    Pochi anni fa Xiaoyun si rifece viva con la madre tramite WeChat ma senza lasciarle il suo numero di telefono.

    “In questi dieci anni non ho mai cambiato numero di cellulare – dice la madre di Xiaoyun – Sapevo che se lei avesse voluto trovarmi, avrebbe potuto farlo”.

    Ora, con il consenso della ragazza, la polizia è riuscita a organizzare un incontro tra Xiaoyun e i suoi genitori.

    La riunione familiare è stata descritta come emozionante, ma non ancora decisiva: Xiaoyun non ha ancora deciso se tornerà a vivere con la sua famiglia.

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  • Accordo tra Costa Crociere e l’Università di Pollenzo

    Costa e l’Università di Pollenzo hanno stretto un accordo su alimentazione sostenibile

    CUNEO. 24 NOV. Un progetto di collaborazione triennale a favore di un’alimentazione sostenibile a bordo delle navi è l’oggetto dell’accordo annunciato oggi da Costa Crociere e dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

    Partendo dalla tradizione culinaria italiana e del Mediterraneo, elemento distintivo dell’offerta di Costa da ben 67 anni, il progetto si propone di sviluppare un percorso di ricerca che, esaltando il gusto e il sapore del buon cibo, punti alla ricerca della qualità, al rispetto per il territorio, alla promozione di un’alimentazione sana e consapevole e alla riduzione degli sprechi.

    Grazie all’accordo, Costa e UNISG inizieranno un percorso di collaborazione, che comprende la revisione  di alcuni processi di preparazione del cibo a bordo;  la selezione di prodotti e  fornitori sulla base di criteri di  sostenibilità, attività di sensibilizzazione e informazione rivolte agli ospiti per renderli più consapevoli dell’importanza e del valore del cibo; attività di formazione presso UNISG per il personale Costa.

    “Cibo e alimentazione sono un tema centrale nella vita delle persone, e sono un aspetto fondamentale nella scelta della crociera  – afferma Neil Palomba, Direttore Generale di Costa Crociere – La nostra compagnia  ha sempre offerto una qualità molto alta in questo ambito, proponendo  il meglio dell’Italia a bordo delle sue navi. Ora vogliamo fare un altro passo avanti, e guardare al futuro. L’accordo che presentiamo oggi ci consentirà di valorizzare ulteriormente la cucina italiana e Mediterranea, proponendo ai nostri ospiti il piacere di gustare cibo che sia “buono” sotto tutti i punti di vista: per il palato, per un’alimentazione sana ed equilibrata, per il proprio benessere e per l’ambiente. Sarà un ulteriore viaggio nel viaggio che offriremo a chi sceglierà una vacanza con Costa”.

    Silvio Barbero, vice presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche, aggiunge: “Siamo lieti di poter fornire l’esperienza dell’UNISG per un progetto di innovazione in una realtà così specifica come quella di Costa Crociere. Questa collaborazione ci permette di incidere su processi e modelli di produzione e ristorazione attraverso il nostro approccio olistico e può diventare un ulteriore terreno di riflessione per replicare esperienze simili e creare nuove sfide nel settore”.

    Il primo risultato di questo importante progetto è rappresentato dall’introduzione della pizza preparata esclusivamente con lievito madre, disponibile a partire dal 5 Dicembre 2015 a bordo di Costa Diadema, ammiraglia della flotta, e successivamente sulle altre navi Costa. Per proporre agli Ospiti questa  innovazione gastronomica, la compagnia italiana ha creato il nuovo marchio Pummid’oro, che caratterizzerà le pizzerie di bordo.

    L’impasto sarà realizzato al 100% con lievito madre, risultando così più naturale, maggiormente digeribile e con un ottimo profilo nutrizionale. Grazie alla consulenza di UNISG, Costa ha acquistato da un’azienda italiana un generatore di lievito madre per semplificare la gestione di questo alimento a bordo.

    Anche i fornitori di farina saranno rigorosamente italiani. Oltre alla farina 00, verrà utilizzata una miscela di farine più ricca di fibre, omega 3, polifenoli, selenio e molte altre vitamine e nutrienti. Il pomodoro San Marzano DOP sarà il condimento protagonista delle pizze offerte a bordo, che saranno fedeli alla tradizione italiana, con l’aggiunta di qualche  variante speciale, sapientemente ideata da Riccardo Bellaera, Corporate Chief Pastry & Chief Baker di Costa, insieme al team di UNISG.

    E’ previsto inoltre uno specifico programma di formazione per i pizzaioli Costa, a cura dei docenti dell’Alto Apprendistato del Pane di UNISG a Pollenzo, dove la parte teorica relativa alla preparazione della pizza con lievito madre verrà approfondita attraverso lezioni di chimica, microbiologia e tecnologie alimentari.

    Università del Pollenzo: www.unisg.it

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  • Gandino, uno chef con i baffi e il suo lievito

    Giovanni Gandino a Genova

    GENOVA. 23 NOV. Lo incontri e ti emana subito simpatia, sarà l’aspetto sorridente, i baffi da vero chef, la sua maniera di porsi… con i suoi argomenti riesce a conquistarti ed ad entusiasmarti.

    Stiamo parlando di un vero esperto dell’ arte bianca il cui nome è Giovanni Gandino, torinese di nascita ma trapiantato a Roma che gira l’Italia in lungo ed in largo tra aziende legate alla panificazione, trasmissioni televisive e corsi per neofiti ed esperti.

    Lo conosciamo, quasi per caso, tra amici: chi scrive, Angelo, Alessandro ed un insegnante del Marco Polo ad un tavolo in un fast restaurant del centro di Genova.

    Sei a tavola con lui da cinque minuti e ti allunga un invito, un menù della serata Conviviale del Rotary Farnese organizzata da ‘Casa Biffi’, sembra una prova e forse lo è. Sopra leggiamo gli ospiti della serata e per primo proprio lui, Giovanni Gandino, Maestro Panificatore, poi gli altri chef.

    Giovanni Gandino

    Arriva il cameriere del fast restaurant è trafelato e ci chiede cosa vogliamo, sarà un lapsus ma gli chiediamo simpaticamente il menù Gandino-Biffi, ci guarda storto e non capisce che scherziamo, pazienza siano a Zena.

    Andiamo tutti con la focaccia al formaggio di Recco, nel frattempo approfondiamo la conoscenza con Gandino. Suo padre voleva che facesse dell’altro, ma lui, Giovanni va all’ Agrario, ha la passione per il grano e all’Istituto ‘Arte Bianca’ di Torino si guadagna la qualifica di cuoco e matura un’ esperienza di 12 anni come responsabile qualità presso un’industria molitoria piemontese.

    E’ giovane, quarant’anni, ma ha al suo attivo un curriculum da far invidia ad un veterano. Lavora come lievitista per la Panettoni Balocco e Panettoni Galoup ed è qui che nasce la sua passione per il livito madre; ne fa una cultura che porterà sempre con sè fino ai nostri giorni. E’ lui stesso che ne parla: “Il mio levito ha 15 anni, lo porto sempre con me anche in macchina quando mi muovo, è un lievito che nutro tutti i giorni e di cui me ne prendo cura”.

    Comunque chef Gandino collabora come insegnate di panificazione, pasticceria che non ama troppo (è solo un lavoro di assemblaggio), pasta e pizza, presso le più prestigiose scuole di cucina in Italia: Academia Barilla, Alma, Etoile; Eataly, Università del Pollenzo, Gambero Rosso, a Madrid presso due scuole di piccola pasticceria.

    Giovanni Gandino a Detto Fatto su Rai 2

    Spesso è ospite del canale Alice su Sky o protagonista recente della trasmissione ‘Detto Fatto’ con Caterina Balivo su Rai 2.

    Nel mezzo dei suoi racconti arrivano le focacce di Recco, sono alte come lievitate, un po’ diverse da come le aspettavamo e lui lo nota subito.

    Chiede però qualcosa di caratteristico genovese, una focaccia, da assaggiare per paragonarla a quelle delle altre regioni e però ne rimane un po’ deluso è unta, con poco sale, e la condivide con noi, genovesi per un parere. In effetti non è un granchè, la pensavamo più saporita. Noi scherziamo, nel frattempo, sul fatto che un genovese si riconosce se la fugassa la ‘puccia’ nel capuccino.

    Ma veniamo all’argomento princeps, l’origine di tutto: la farina. Gandino ci stupisce con i suoi discorsi: “La farina buona si fa con il grano migliore e quello migliore è canadese”.

    Poi salta fuori il discorso della farina 00: “Ci sono tante balle in circolazione in merito alla farina 00, balle che servono a fare crescere il business e il costo della stessa farina. Adesso è di moda la farina integrale di grano tenero che contiene tutte le componenti del grano ed è quello che contiene anche tutte le scorie, la maggior quantità di ceneri e dà maggiori proteine, ma anche tutta la parte che assorbe gli inquinanti. La farina integrale di grano tenero viene ottenuta direttamente dalla macinazione del grano tenero liberato dalle sostanze estranee e dalle impurità”.

    “La farina 00 – prosegue Gandino con impeto – contiene un minimo di ceneri, fino ad un massimo di 0,55 su 100 parti di sostanza secca. Ed è il mugnaio che, conoscendo il contenuto delle ceneri di ogni passaggio, sa quale filtro levare, dal proprio centro di molitura per ottenere la farina 00 oppure la 0. Alla fine è solo una questione di business, non di cultura o salute”.

    Nel frattempo arrivano i dolci e il caffè e Gandino ci mostra alcune foto di presentazioni di aperitivi arricchiti con particolari all’insegna del detto ‘Non c’è ricetta senza cultura’. In evidenza nelle foto un cracker con all’interno una foglia di alloro, od altre crezioni come un cucchiaio di pane alla birra con cui gli ospiti possono servirsi gli antipasti e poi mangiare, tutte cose che possono arricchire e distinguere un locale da un altro.

    “I camerieri – spiega Gandino – sono i venditori di un ristorante. Devono incuriosire il cliente, invitarlo a mangiare, a provare ed il pane è un ottimo elemento che può essere usato”. “Mi trovo spesso a dare delle consulenze a locali che lavorano poco o non hanno una propria identità. Uno per tutti una pizzeria dentro un bosco nel salernitano. Un posto evocativo, bello, ma le pizze erano normali, scontate, con il titolare che non aveva nulla da raccontare del proprio locale. E lì la cosa è nata spontanea, l’ho fatto ragionare sul bosco, dove c’erano i castagni. Così sono saltate fuori le pizze con un po’ di farina di castagna, un 10%, che non copriva il sapore, ma dava un certo profumo che si sposava con il bosco stesso ed è stato un successo”.

    “Ristoranti, bar ed altro hanno tantissimo da imparare, molte volte si sottuvalutano o si sopravalutano, poi quando magari finisce una moda sono a terra, invece basterebbe davvero poco. A me personalmente da fastidio quando ti rubano i soldi nell’alimentazione. Una volta in un ristorante non ce l ‘ho fatta, ho sbottato gli ho detto che non pagavo, mi avevano portato delle cose davvero immangiabili, una pasta al sugo con l’acqua della scolatura annessa, davvero immangiabile. Poi, ancora, una volta mi sono davvero arrabbiato per un caffè che era imbevibile, gli ho chiesto di rifarlo e il barista mi ha detto ‘ah tanto viene uguale’ ed, in effetti era davvero uguale ed imbevibile, ma forse bastava cambiare miscela o sistemare la macchina”.

    “Nel contempo soddisfazioni ne ho avute tante, forse la maggiore quando in un locale alla fine di una consulenza ti dicono semplicemente ‘grazie chef’ ed oltre che con la voce te lo dicono con gli occhi. Oppure quando insegni panificazione ad un corso con una madre di famiglia che ti telefona ringraziandoti perché il pane è davvero stato un successo a casa, od ancora quando ritorno all’origini del mio percorso, quando vado a macinare grani…”

    Il pranzo è finito ma ci lasciamo con la promessa della prossima presenza dello chef in un ristorante di Genova dove parlerà di farina e panificazione.

    Gandino ha gli occhi che brillano, la voglia di fare e te la trasmette. Tanta energia positiva che farebbe davvero bene a molti ristoratori genovesi perché qui a Genova non vogliamo che la torta di riso sia finita già alle 20 di sera. L.B.

    Giovanni Gandino su Facebook: https://www.facebook.com/giovanni.gandino.7?fref=ts

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  • Glocalnews a Varese, buona la ‘Quarta’

    Glocalnews a Varese

    VARESE. 23 NOV. Un bilancio davvero positivo, quello della quarta edizione di Glocalnews, il festival di giornalismo digitale locale e globale che si è tenuto dal 19 al 22 novembre a Varese.

    Basta qualche numero a confermare il successo: sono state seimila le persone presenti ai 40 eventi del festival, di cui circa 1500 soltanto per le tre serate; 2mila 400 le presenze ai corsi organizzati con l’Ordine dei giornalisti della Lombardia e abilitati a rilasciare i crediti formativi.

    Spicca anche un dato che può restituire la ricaduta economica dell’avvenimento sul territorio: sono state 400 le camere d’albergo occupate durante Glocalnews.

    «Siamo molto soddisfatti perché Glocal, e quindi Varese, si conferma come momento di incontro e riflessione per migliaia di giornalisti e tanti altri soggetti. Questa edizione si è arricchita di analisi e occasioni di formazione. La presenza del ministro Martina, insieme con Massimiliano Tarantino e Aldo Bonomi hanno permesso di conoscere quali eredità e opportunità ha il nostro Paese per il dopo Expo. La grande novità è stato un focus sul cibo, che testimonia la possibilità di declinare in modi diversi il concetto di glocal. Stiamo già lavorando alla seconda edizione di GlocalAmbiente, il festival tematico dedicato all’ambiente che verrà realizzato di nuovo alle Cinque Terre e ad altri tre appuntamenti diversi e sempre specializzati».

    A confermare il successo e la credibilità che il festival è stato capace di costruirsi in questi anni ci sono i 30mila minuti di coinvolgimento di liveblog, i 13mila 400 tweet generati con hashtag #glocal15, oltre 400 foto pubblicate su Instagram, tre le radio digitali coinvolte con speaker provenienti, oltre che dall’Italia, dal Belgio, dall’Afghanistan e dal Giappone. Sono stati un centinaio i relatori, otto le università coinvolte con una sessantina di studenti.

    Buono il riscontro di Bloglab, il laboratorio di giornalismo dedicato ai giovani, delle superiori e delle università, sostenuto dalla Consiglio regionale della Lombardia: vi hanno preso parte 64 ragazzi. I vincitori dell’edizione 2015 sono i ragazzi di Il blog dell’Ernesto, del Liceo classico Cairoli di Varese; secondi gli studenti del Galileo Galilei di Legnano, con Il caffè digitale; terza la redazione dei ventenni di 423 C; quarti i ragazzi di RevReal dell’Università dell’Insubria; quinto posto per Liuc Post, dell’Università Liuc.

    Nel link tutte le redazioni e i lavori svolti: http://www.festivalglocal.it/le-redazioni/

     

     

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  • Bimba trovata morta sulla costa turca

    Naufragio in Turchia ritrovato il corpo di una bimba di 4 anni

    ANKARA. 23 NOV. Triste ritrovamento ad opera di alcuni pescatori sulla costa egea della Turchia che hanno rinvenuto il corpo, ormai senza vita, di una bimba di 4 anni.

    Lo riferiscono media locali, secondo cui la piccola sarebbe tra i 10 dispersi del naufragio avvenuto mercoledì scorso al largo di Bodrum, in cui altre 5 persone erano state salvate.

    Sono ancora vive le immagini dello scorso settembre, quando il mondo era rimasto sconvolto dalle foto del piccolo Aylan,  il piccolo profugo siriano di tre anni annegato davanti alla spiaggia di Bodrum.

    Secondo i media locali e la testimonianza di uno dei 5 migranti salvati nel naufragio, la bambina si chiamava Sena e viaggiava insieme alla madre.

    Il corpo è stato trovato tra le rocce dell’isola di Catalada, 5 km al largo della località di Turgutreis, nella penisola di Bodrum.

    La bimba indossava pantaloni blu e una maglia rossa, un abbigliamento simile a quello del piccolo Aylan.

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  • Morto rinoceronte bianco, ora ne restano tre

    Rinoceronte bianco del nord

    SAN DIEGO. 23 NOV. Uno degli ultimi quattro rinoceronti bianchi, Ceratotherium simum cottoni, presenti al mondo è morto ieri al Parco zoo safari di San Diego, in California.

    Si tratta di una femmina di 41 anni, Nola, che era nel parco dal 1989, ed è stata soppressa dopo un grave peggioramento della sua salute.

    I restanti tre rinoceronti bianchi, tutti anziani, sono gelosamente custoditi in Kenya.

    La sottospecie è stata decimata dai bracconieri, che uccidono il rinoceronte per le loro corna.

    Nel tentativo di preservare la specie, lo zoo di San Diego ha preso possesso all’inizio del mese di sei femmine di rinoceronte bianco meridionale dal Sud Africa.

    I ricercatori della struttura stanno lavorando allo sviluppo di embrioni di rinoceronte bianco settentrionale da impiantare nelle sei nuove arrivate, che serviranno come madri.

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