Categoria: Cultura

  • Un concorso per trasformare la Batteria militare di Capo d’Orso

    Un concorso per trasformare la Batteria militare di Capo d’Orso

    Al via oggi il Concorso internazionale di idee per trasformare la Batteria militare di Capo d’Orso a Palau in un museo della Storia Militare, della marina e della navigazione indetto da Agenzia del Demanio e YAC – Young Architect Competition.

    La Call Military Museum nasce dall’idea che esistano luoghi nei quali la storia ci parla con maggiore vigore, spazi in cui la memoria assume una dimensione fisica, quasi tangibile, e il ricordo del passato sia straordinariamente attuale.

    La batteria militare di Capo d’Orso è uno di quei luoghi. Qui le guerre sono finite, i soldati se ne sono andati, ma sono rimaste le caserme, le postazioni di tiro, gli arsenali che oggi possono dare origine ad un museo attrattore per i milioni di turisti che ogni anno affollano le coste della Sardegna, e nuovo simbolo di una civiltà di pace e solidarietà.

    Il concorso offre quindi ad architetti, ingegneri, designers, artisti e progettisti l’opportunità di disegnare il più importante centro di scoperta della Storia Militare: la sfida terminerà il prossimo 20 giugno, con un montepremi per il 1° classificato di 10 mila euro.

    In giuria, tra gli altri, Rossana Hu dello studio Neri&Hu Design, Fuensanta Nieto dello studio Nieto Sobejano e Livia Tani dell’Ateliers Jean Nouvel

    YAC è un partner con cui l’Agenzia ha già condotto importanti iniziative come la Call dedicata al Faro di Murro di Porco a Siracusa, quella per il Castello di Roccamandolfi in Molise e quella ancora in corso dedicata alla riqualificazione del Forte di Santa Caterina a Favignana.

    La Batteria militare di Capo d’Orso

     

  • Rimini: Al TTG Incontri Eleonora Casula, Mediterranews ed il suo staff

    Rimini: Al TTG Incontri Eleonora Casula, Mediterranews ed il suo staff

    A Rimini fra una settimana è tempo di TTG Incontri, una fiera internazionale dedicata al turismo B2B, un evento tra i più importanti del settore.

    TTG Incontri è il più noto marketplace del turismo B2B in Italia, quella del 2017 è la 54esima edizione .

    Si tratta dell’evento clou dell’anno per il settore di competenza. Una fiera esclusivamente dedicata all’industria dei viaggi (nazionale e internazionale) che qui si riunisce per contrattare, fare networking, attivare nuovi business, confrontarsi, trovare nuove idee.

    Oltre 130 le destinazioni rappresentate, 3 le aree tematiche: Global Village, The World e Italia.

    Questo anno al TTG Incontri, nello spazio dedicato alla comunicazione ed ai blogger, partecipa anche la Sardegna rappresentata da Eleonora Casula.

    Tra i 400 blogger presenti in fiera  a Rimini al TTG Incontri, dopo una accurata selezione, oltre ad  Eleonora Casula, anche uno dei suoi collaboratori, Andrea Carmelita, insieme  per creare ed offrire progetti di comunicazione idonei al settore turistico.

    Una scommessa, quella di Eleonora iniziata alcuni anni fa. Una scommessa con se stessa e non solo.  Tutto ha avuto inizio con l’apertura di un sito, Mediterranews, uno spazio ed un progetto studiato per essere differente e soprattutto dedicato all’informazione del Mediterraneo. A Mediterranews, negli anni, seguiranno altri siti dedicati a diversi settori dell’informazione e della comunicazione.

    Eleonora, nel corso degli anni, con passione e dedizione, si è creata una soluzione alternativa a quel “lavoro che non c’è “. A piccoli passi, tra rinunce ed alti e bassi. Tra fiato sospeso e grandi soddisfazioni. Ora Ele, così la chiamano i più, può contare su uno staff di 6 collaboratori: un giovane disoccupato di lunga durata, un professionista del web, un ex operaio in mobilità, una giovane ragazza madre e altre due giovani donne a cui si è data la possibilità di imparare un mestiere.

    Conoscere i segreti del web, studiare in modo approfondito ciò che accade, comunicare a 360 gradi è stata per Eleonora una mission intrapresa con un briciolo di sana follia. Una storia simile a tante altre di quei giovani che per un periodo sono stati troppo giovani per dei “contributi”  o “troppo anziani”  per poter essere assunti o anche esclusivamente per poter essere chiamati ad un colloquio.

    Creare comunicazione per il web è una sfida continua, una passione che coinvolge Eleonora ed il suo staff. Spesso si sperimenta e ci si scontra con le svariate difficoltà che tutti conosciamo. Ma il team è  sempre pronto a mettere in campo nuove energie. Una cosa è certa la consapevolezza di tutti che nel web le 8 ore di lavoro non esistono, così come non si fa conto delle “giornate in rosso” sul calendario e delle ferie che spesso potrebbero non coincidere con il periodo estivo.

    Dopo un infinito numero di contenuti creati, tantissimi progetti portarti a termine con successo, il TTG Incontri diventa per Ele ed il suo staff un momento di soddisfazione, un motivo in più per continuare giorno dopo giorno con nuove sfide. Il TTG Incontri è per Ele’s uno dei tanti successi arrivati nell’ultimo anno ed è forse il primo step per entrare con forza in un settore importante come quello del Turismo. Ad oggi, per il settore turistico Ele’s ha curato l’immagine e la comunicazione di alcune strutture alberghiere tra cui quelle di un rinomato brand del territrio nazionale, in Sardegna si è occupata in modo particolare del restyling di immagine e brand di  strutture ricettive dell’Ogliastra e da diversi mesi cura l’immagine social del Nuovo Consorzio Marittimo Ogliastra.

  • Moby e Tirrenia saranno partner di Autunno in Barbagia

    Moby e Tirrenia saranno partner di Autunno in Barbagia

    NUORO. 25 AGO. Moby e Tirrenia anche quest’anno sono partner di Autunno in Barbagia, iniziativa ideata e organizzata dalla Camera di Commercio di Nuoro e dalla Azienda Speciale Aspen, e sostenuta dall’Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio.

    Un circuito meraviglioso, grazie al quale da settembre a dicembre sarà possibile scoprire i centri più caratteristici dell’interno della Sardegna.

    Le due Compagnie del Gruppo Onorato Armatori sostengono ancora una volta questa manifestazione, che come gli altri anni dal 1 settembre al 17 dicembre vedrà in scena tanti eventi dedicati ad arte, storia, folklore, artigianato ed enogastronomia.

    Il circuito comprende 32 paesi della provincia di Nuoro: si parte il 1 settembre con Bitti, e si prosegue nelle settimane successive con Oliena, Dorgali, Sarule, Austis, Orani, Lula, Tonara, Gavoi, Meana Sardo, Onanì, Orgosolo, Lollove, Sorgono, Belvì, Aritzo, Ottana, Desulo, Mamoiada, Nuoro, Tiana, Olzai, Atzara, Ollolai, Orotelli, Gadoni, Teti, Oniferi, Fonni, Ortueri, Orune, Ovodda.

    Moby e Tirrenia daranno visibilità a questo evento tramite i loro canali social, e distribuendo inoltre ai passeggeri materiale promozionale sulla manifestazione, che richiamerà tantissimi visitatori da ogni parte d’Italia e dell’Isola.

    Sulle navi Moby e Tirrenia, con le quali è possibile arrivare in Sardegna con prezzi a partire da 39 euro a persona, la vacanza inizia a bordo grazie ai numerosi servizi offerti: dalla zona dedicata allo shopping alle aree bambini, ma anche i cinema, le sale giochi, le show lounge.

    Tirrenia ha inoltre avviato un’importante operazione di restyling delle navi a partire dalla Sharden e dalla Nuraghes, entrambe operative ogni giorno sulla linea Genova-Porto Torres: la prima riprende sulle fiancate Batman, il supereroe DC per eccellenza. Nella seconda la protagonista è Wonder Woman, una delle più grandi icone dell’universo immaginario dei fumetti.

    La locandina di Autunno in Barbagia
  • Il Carnevale di Sardegna con Pietro Mereu sbarca in America

    Il Carnevale di Sardegna con Pietro Mereu sbarca in America

    Il Carnevale di Sardegna con Pietro Mereu sbarca in America. Ph credit Sara Muggittu

    NUORO. 22 FEB. Sardegna terra antica dove artigianato e passioni si intrecciano ancora con la vita quotidiana testimoni della cultura di quest’isola ancora per molti aspetti avvolta nel mistero.

    Mondo e suggestione che non poteva sfuggire al documentarista Pietro Mereu che, grazie alla creatività e alle relazioni personali coltivate negli anni, durante i giorni del carnevale sarà a lavoro con una troupe americana per un programma televisivo.

    L’intento del lavoro di Pietro Mereu e della Ilex Production con la Mad Dog Films di New York è soprattutto quello di far conoscere la Barbagia e le sue produzioni artigianali nella lontana America. Un lavoro che si manifesta nella sua duplicità tra promozione turistica da una parte e ricerca antropologica culturale dall’altra. Una occasione per mostrare al mondo l’intrinseca ricchezza della terra sarda.

    Un progetto tv a cui collaborano Norma Vally, conduttrice tv di origine italiana, Eli Kabilio di New York e titolare di Mad Dog Films.

    L’idea di Mereu è stata accolta con interesse dalla Film Commission Sardegna ed in particolare da Nevina Satta. La Fondazione, inoltre, ha già finanziato le spese di viaggio per la troupe americana.

    Il progetto del documentarista ogliastrino non poteva che riscontrare un vivo interesse nelle comunità locali, tanto che comuni di Ottana e Mamoiada hanno finanziato il lavoro. Pietro Mereu oltre ad essere un bravo documentarista non ha certo difficoltà a tessere relazioni importanti, così la troupe sarà ospitata gratuitamente grazie al supporto di Luca Atzori di Oliena, presso l’Hotel di Cenceddu Palimodde, mentre la concessionaria Mereu di Nuoro ci fornirà l’auto ufficiale delle riprese.

    Se il programma americano è incentrato sull’artigianato italiano, il regista ha colto l’occasione per rilanciare l’artigianato sardo, con lo scopo di regalare uno spaccato differente ed una visione più colorata e particolare della Sardegna dove tradizione e maestria continuano ad essere una piccola ricchezza tutta da scoprire.

    Queste le parole del documentarista di Lanusei: “Da sardo ho pensato che in un programma sull’artigianato italiano non poteva mancare la rinomata maestria della nostra terra. Non sono nuovo ad accogliere sfide particolari ed in tutti i miei lavori ho sempre tentato di promuovere la nostra regione. Questa collaborazione tra Ilex e Mad Dog Films di New York per me è importantissima oltre che essere una occasione stimolante e creativa.” “

    Desidero ed è doveroso sottolineare che in questa nuova sfida sarò accompagnato da Claudia Curreli e Damiana Senette che con il suo ottimo inglese sarà in video con Norma, così come ringrazio tutti coloro che hanno creduto in questo nuovo progetto e che hanno offerto un contributo economico o semplicemente ospitalità”.

    Un Pilota tv particolare con un mood avventuriero. Non a caso la prima puntata viene girata in Sardegna nel periodo di Carnevale. Un viaggio in Barbagia, tra riti ancestrali e misteriosi, quella Barbagia famosa per le sue antiche tradizioni, per la qualità altissima della vita e delle sue produzioni enograstronomiche.

    Il lavoro di Mereu insieme alla troupe americana non lascia nulla al caso. Segue infatti una rigida programmazione.

    Il viaggio di Norma e della troupe inizia nella bella Mamoiada con la visita al Museo delle Maschere del Mediterraneo tra Mammuthones, Boes e Merdules, mentre non sfugge al progetto il sottile filo rosso che lega il carnevale barbaricino alle espressioni dell’artigianato locale nel contesto dei riti di stagione.

    Il progetto prosegue con la visita al laboratorio  Daniele  Mameli che si occupa sia delle maschere dei Mamuthones che di quelle dei Issohadores. Le riprese faranno un raro focus su tutti gli aspetti legati alla lavorazione della maschera e del costume. Non solo costume ma anche scarpe rigorosamente fatte a mano con il classico cuoio crudo utilizzato dai pastori da tantissimo tempo.

    Dopo Mamoiada è tappa ad Ottana per scoprire insieme all’artista Franco Maritato la sua bottega di maschere. Maritato, pastore artigiano, mostrerà alla troupe americana la genesi della maschera de Su Boe.

    Altro momento in programmazione ci sono anche tappe a Sedilo e Tonara presso altri laboratori artigiani.

    Dopo le giornate carnacialesche Norma sarà a cena da Cenceddu Palimodde ad Oliena, per gustare piatti tipici del noto menù deleddiano. La giornata ad Oliena si concluderà con le danze a cura del gruppo Folk di Oliena ed i noti canti dei Tenores.

  • Un docufilm sui centenari dell’ Ogliastra

    Un docufilm sui centenari dell’ Ogliastra

    Un docufilm sui centenari dell’ Ogliastra
    Un docufilm sui centenari dell’ Ogliastra

    Lanusei 13 febbraio giornata sulla Longenvità. Mereu presenta Il  club dei centenari

    NUORO. 8 FEB. Da anni numerosi scienziati osservano la vita di alcuni paesi d’ Ogliastra.

    Proprio in quell’angolo di Sardegna tra il blu cupo di un Tirreno selvaggio e il verde scuro degli alberi abbarbicati tra dirupi e tacchi si nascone la ricetta della lunga vita.

    Il magico elisir pare si conservi nel DNA di alcune famiglie: dietro la lunga vita si cela un mistero di armonia e chimica antica.

    Luoghi da colori e atmosfere speciali, ottimo cibo, aria leggera sono solo una parte degli ingredienti del misterioso elisir. Una ricette magica, quella che forse si conserva nel DNA di persone nate a Perdasdefogu Villagrande, Arzana, Talana, Urzulei, Villanova e Baunei.

    In quelle aree chiamate zone blu si celerebbe il segreto della lunga vita, di questo si ragionerà a Lanusei il 13 febbraio durante la giornata dedicata alla longevità

    Ed è a Lanusei, cuore della zona blu dell’Ogliastra che verrà proiettato il “Club dei centenari” un documentario di Pietro Mereu.

    Ventisette minuti alla scoperta dell’Ogliastra e del suo popolo, anche Mereu cerca l’elisir di lunga vita ma in modo differente, in modo silenzioso e certo come solo chi è cresciuto tra i tratturi e le gole di quelle campagne aspre sa fare.

    Visti dall’occhio della telecamera del documentarista prendono forma per raccontare emozioni uniche un mix di fattori ambientali e genetici, alimentari e fisici.

    Il documentario è stato anche parte dello spot dell’Ogliastra al l’Expo 2015.

    Un nuovo lavoro per il regista ogliastrino, un ennesimo viaggio tra cultura ed emozioni da conoscere e da scoprire.

    Un documentario realizzato grazie al contributo del Comune di Lanusei di tanti altri professionisti che hanno lavorato al prodotto culturale.

    Un corto creato con la collaborazione di famiglie di Arzana, Villagrande, Talana, Urzulei Villanova e Baunei, realizzato grazie al contributo fattivo di Lanusei e della municipalità tutta che attraverso la figura del sindaco e dell’assessore alla cultura hanno creduto in questo progetto.

    Pietro Mereu racconta le vallate ogliastrine con la sicurezza di chi tra è nato in quella terra magica e speciale, ma anche con l’esperienza di un documentarista attento e curioso, Pietro con la sua troupe riesce a coinvolgere gli over 100 attivi ed attenti, capaci di raccontare le loro esperienze in poche ed efficaci battute.

    Uomini e donne, quelli narrati nei fotogrammi di Mereu che hanno conservato la loro antica genuinità, vivaci e curiosi, attenti e coinvolgenti.

    “Un documentario che mi piacerebbe poter continuare, per farlo è necessario avere dei finanziamenti. Certo, non è più tempo dei Mecenate romani ma, sponsor e finanziatori sono sempre ben accetti sopratutto per continuare questo lavoro importante per tutta l’Ogliastra e non solo. Aspetti peculiari questi che possono interessare e coinvolgere tutta l’Isola.” Dichiara il documentarista

    “Dovremmo essere molto più uniti intorno al tema centenari – precisa Mereu – è un patrimonio, una ricchezza importante sino ad ora utilizzata malissimo. Troppe ostilità tra i paesi ad alta percentuale di centenari bloccano possibili progetti. Bisogna a mio avviso creare ponti e non barriere.

    Con questo documentario ho provato a realizzare un ritratto corale dei nostri centenari, che sono le persone più difficili che io abbia intervistato nella mia vita.  Per intervistare le due nonnine di Urzulei abbiamo dovuto far finta di andare via, e con nessuno davanti hanno cominciato a parlare.”

     

  • Il Nano Morgante | L’estensione naturale dell’elastico

    Il Nano Morgante | L’estensione naturale dell’elastico

    GENOVA. 7 GEN. Se, per tragica ipotesi, un bel giorno impazzissero tutti i sistemi di regolazione del traffico di un qualunque insediamento urbano, l’istinto selvaggio ritornerebbe in fretta ad impadronirsi del civile cittadino, facendolo regredire da una condizione illusoriamente evoluta ad una condizione da albori dell’umanità.

    E’ sufficiente ipotizzare tale scenario trovandosi semplicemente impantanati in uno dei soliti ingorghi da ora di punta.

    Sempre stazionando sul confine dell’ironia, questo possibile re-imbarbarimento la dice lunga sulla tenuta etico-psicologica, individuale e collettiva, di una moltitudine umana ipertecnologica ed iperveicolarizzata.

    E’ quindi facile comprendere, attraverso tale irriverente ipotesi, la tragica indispensabilità delle “regole” nel buon agire quotidiano; la sudditanza nei confronti delle imposizioni e degli obblighi; nonché l’immediata regressione civica osservabile quando l’uomo viene svincolato dai condizionamenti normativi e, soprattutto, dai rischi di conseguenti sanzioni.

    E’ perciò difficile (tuttavia possibile) sostenere tout court il solido radicamento della ragione nel contesto quotidiano quando l’inveramento dell’ ipotesi barbarica sopra ipotizzata pare già elemento sufficiente a far regredire un senso civico rabberciato alla bell’e meglio.

    In tale circostanza, l’uomo manifesta modalità di reazione simili ad un elastico, laddove, cessata la forza impressa che ne aveva allungato l’estensione, esso torna sempre alla sua dimensione originaria (v. prec. “La teoria dell’elastico”). (nell’immagine: Gli Antenati, i Flinstones con la loro mitica auto).

    Massimiliano Barbin Bertorelli

  • Il Nao Morgante – Il sorteggio come metodo di Governo

    Il Nao Morgante – Il sorteggio come metodo di Governo

    GENOVA. 2 GEN. Fu Norberto Bobbio, qualche tempo fa, a titolare “Democrazia dell’applauso” un proprio articolo riferito a specifici accadimenti politici del contesto nazionale.

    In tal senso, si potrebbe obiettare che oggi è oggi e ieri è ieri. Che le vicende e le circostanze vorticosamente e drasticamente mutano.

    Pensiero ragionevole, ma solo in parte, giacché il principio dei “corsi & ricorsi storici”, ben osservabile a chiunque ne abbia volontà, persiste con inusitato vigore. Si pensi a tal proposito che, nel XIX secolo, il francese Saint Simon identificò  “nell’arbitrio, incapacità, intrigo i 3 inconvenienti del Sistema politico”.

    Rimarcando ora le doti profetiche di Bobbio come scienziato della politica, ritengo che il sopraddetto titolo, ancor prima del contenuto, sia  pertinente e ben rappresentativo della situazione in atto, della progressiva deriva delle essenziali fasi costitutive democratiche della politica.

    Un inarrestabile smottamento che, similmente ad una frana, porta rovinosamente con sé a valle tutto ciò che incontra sulla strada.

    Ma questa politica, diversamente da una frana, nel suo rovinare tende a voler conservare inalterate le proprie rendite di posizione, i propri privilegi: e, nella confusione, non solo li conserva, ma li tramanda di generazione in generazione, abilitando l’idea democratica ad una forma “totalitaria”, laddove il cittadino, dopo la mera espressione del voto, è spettatore inerme di una smaccata applicazione del criterio parentale negli avvicendamenti dei ruoli pubblici, come si trattasse di beni personali.

    Il ruolo politico, confezionato su misura come un abito sartoriale, ha trovato così il modo di superare l’incertezza dell’evento elettorale, palesando, nei fatti, l’inessenzialità della partecipazione dei cittadini alle urne, relegando il voto ad una fase meramente formale.

    Il quorum, condizione indispensabile per validare anche una semplice assemblea condominiale, non è d’altronde sempre previsto dal liturgico raccoglimento dinanzi alle urne elettorali.

    E questo aspetto, tra l’altro, diviene massimamente preoccupante quando è correlato a certe forme di potere che tramutano in investitura patriarcale una funzione pubblica, democratica.

    Una politica che enuncia di essere al servizio della comunità non può non preoccuparsi della comunità stessa, del cosiddetto “Popolo sovrano” (concetto ormai privo di contenuto a causa del non-riconoscimento costituzionale del titolo nobiliare).

    L’uso e l’abuso di un’idea utilitaristica e sviante nel concetto di Democrazia produce, da un lato, una “caduta libera della fiducia nelle Istituzioni” (M.Cacciari ne L’Espresso); dall’altro, un evidente abbassamento del livello qualitativo medio dei nostri rappresentanti e dei nostri governanti.

    Nessuno si senta tirato in causa poiché ogni fatto ha in re ipso l’eccezione. Nondimeno andrebbe recuperato dalla Classicità, ed immediatamente applicato, il sistema elettivo dell’antica Grecia dove una percentuale di rappresentanti del Governo veniva sorteggiata tra tutti i cittadini (per arricchire la casistica, si narra che, tra gli Apostoli, Mattia fu scelto al posto di Giuda per responso di sorteggio).
    Tale procedura potrebbe rivelarsi un valido strumento per rinnovare un contesto politico tendenzialmente paludoso, auto-referenziato e castale.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

  • Il Nano Morgante – Il sorteggio come metodo di Governo

    Il Nano Morgante – Il sorteggio come metodo di Governo

    GENOVA. 2 GEN. Fu Norberto Bobbio, qualche tempo fa, a titolare “Democrazia dell’applauso” un proprio articolo riferito a specifici accadimenti politici del contesto nazionale.

    In tal senso, si potrebbe obiettare che oggi è oggi e ieri è ieri. Che le vicende e le circostanze vorticosamente e drasticamente mutano.

    Pensiero ragionevole, ma solo in parte, giacché il principio dei “corsi & ricorsi storici”, ben osservabile a chiunque ne abbia volontà, persiste con inusitato vigore. Si pensi a tal proposito che, nel XIX secolo, il francese Saint Simon identificò  “nell’arbitrio, incapacità, intrigo i 3 inconvenienti del Sistema politico”.

    Rimarcando ora le doti profetiche di Bobbio come scienziato della politica, ritengo che il sopraddetto titolo, ancor prima del contenuto, sia  pertinente e ben rappresentativo della situazione in atto, della progressiva deriva delle essenziali fasi costitutive democratiche della politica.

    Un inarrestabile smottamento che, similmente ad una frana, porta rovinosamente con sé a valle tutto ciò che incontra sulla strada.

    Ma questa politica, diversamente da una frana, nel suo rovinare tende a voler conservare inalterate le proprie rendite di posizione, i propri privilegi: e, nella confusione, non solo li conserva, ma li tramanda di generazione in generazione, abilitando l’idea democratica ad una forma “totalitaria”, laddove il cittadino, dopo la mera espressione del voto, è spettatore inerme di una smaccata applicazione del criterio parentale negli avvicendamenti dei ruoli pubblici, come si trattasse di beni personali.

    Il ruolo politico, confezionato su misura come un abito sartoriale, ha trovato così il modo di superare l’incertezza dell’evento elettorale, palesando, nei fatti, l’inessenzialità della partecipazione dei cittadini alle urne, relegando il voto ad una fase meramente formale.

    Il quorum, condizione indispensabile per validare anche una semplice assemblea condominiale, non è d’altronde sempre previsto dal liturgico raccoglimento dinanzi alle urne elettorali.

    E questo aspetto, tra l’altro, diviene massimamente preoccupante quando è correlato a certe forme di potere che tramutano in investitura patriarcale una funzione pubblica, democratica.

    Una politica che enuncia di essere al servizio della comunità non può non preoccuparsi della comunità stessa, del cosiddetto “Popolo sovrano” (concetto ormai privo di contenuto a causa del non-riconoscimento costituzionale del titolo nobiliare).

    L’uso e l’abuso di un’idea utilitaristica e sviante nel concetto di Democrazia produce, da un lato, una “caduta libera della fiducia nelle Istituzioni” (M.Cacciari ne L’Espresso); dall’altro, un evidente abbassamento del livello qualitativo medio dei nostri rappresentanti e dei nostri governanti.

    Nessuno si senta tirato in causa poiché ogni fatto ha in re ipso l’eccezione. Nondimeno andrebbe recuperato dalla Classicità, ed immediatamente applicato, il sistema elettivo dell’antica Grecia dove una percentuale di rappresentanti del Governo veniva sorteggiata tra tutti i cittadini (per arricchire la casistica, si narra che, tra gli Apostoli, Mattia fu scelto al posto di Giuda per responso di sorteggio).
    Tale procedura potrebbe rivelarsi un valido strumento per rinnovare un contesto politico tendenzialmente paludoso, auto-referenziato e castale.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

  • Il Nano Morgante | La penultima ruota del carro

    Il Nano Morgante | La penultima ruota del carro

    GENOVA. 24 DIC. Pensare di essere l’ “ultima ruota del carro” è una percezione di sè auto-afflitta. Per converso, pensare di essere “la prima” è un esercizio auto-celebrativo.

    Non rilevando, al momento, né il tipo di “mezzo” né il numero di “ruote” di cui è dotato,  va tuttavia premesso che ogni sua singola componente, per autoevidenza, assolve ad una funzione portante.

    Secondo un presupposto di comodo, alcuni gerarchizzano la questione,  ipotizzando il maggiore disagio per la mancanza di una ruota anteriore piuttosto che di una posteriore.

    Tuttavia, è risaputo che, a prescindere dalla dotazione complessiva, la mancanza di una qualsivoglia ruota, posteriore od anteriore, comporta instabilità di marcia e rende claudicante ed insicuro l’avanzamento.

    Fuor di metafora, andrebbe rivisitato e  rivitalizzato il simbolismo usualmente attribuito alla proposizione “sentirsi l’ultima ruota del carro”.

    Per buona analogia, non riserviamo all’“ultima ruota” alcuna inferiorità né superiorità alla “prima”, per il ribadito fatto che l’efficienza di un sistema è garantita dalla com-presenza funzionale di ogni sua parte.

    In conclusione,  rammentando ancora una volta l’importanza del singolo in relazione dell’insieme, preme significare che è sempre e comunque fuori luogo assimilarsi  a qualcosa di arretrato né di avanzato.

    Tuttavia, se proprio non resistiamo ad identificarci in qualcos’altro, che la scelta avvenga  similmente all’appalto pubblico: scartando le offerte estreme e scegliendo quella mediana.

    Quindi, se proprio si deve scegliere una “ruota”, pare un buon compromesso privilegiare la “penultima”.

    Una saggia rappresentazione collettiva di sé,  anche in forza della condivisione  del mezzo,  della contiguità dei viaggiatori  e della comune destinazione.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

  • Il Nano Morgante | La variabile della lucidità

    Il Nano Morgante | La variabile della lucidità

    GENOVA. 17 DIC. Si fa presto a dire “affronta le cose con lucidità”, quando, nel veloce dispiegarsi degli eventi, una infinità di dubbi, reali ed immaginari, tende a confondere ed obnubilare ogni intendimento.

    Ovviamente,  la “lucidità” è un obiettivo consigliabile, viste le ingannevoli convinzioni in cui l’uomo trova inesperto e duraturo sollazzo e vista lo scarto esistente tra ciò che pensa di sé e ciò che, in effetti, è.

    Obiettivo  similmente consigliabile (e lucido) è collegare i punti in comune che correlano le distinte vicende, fino a ricondurle in una unica, fattiva circolarità di esperienza.

    Stante l’opportuna premessa, possiamo, per comodità, individuare un tipo di “lucidità” che implica l’attendismo (la prassi del non svegliare il can che dorme) ed un altro che invece impone di affrontare frontalmente il nemico (cioè noi stessi, con discreta frequenza).

    Possiamo tessere le lodi di entrambi i tipi. Tuttavia, è più probabile che, per comune attitudine, si conferisca al primo, all’attendismo ozioso, una laurea magna cum laude.  Sebbene l’azione diretta, vis-a-vis, del secondo, sortisca, in certi casi, una maggiore efficacia risolutiva.

    Non trascurando di considerare per entrambi la fondatezza dell’affermazione di J. Lec “il peso dei problemi va calcolato al lordo, noi compresi”, si può lucidamente constatare la varietà e variabilità di idee insoddisfatte e coabitanti in noi.

    Sempre in odore di lucidità, l’applicazione di schematismi liturgici al processo ideativo ottunde il singolo punto-di-vista, non veicolando né travasando esperienza da un caso all’altro. Anzi, anestetizzando il processo.

    Ciò si spiega anche per il fatto che lo stesso “quadro” non si ricompone mai con le stesse variabili, come accade nel “gioco” del Bridge, dove la mano di carte passa identica alla successiva coppia di giocatori, ottenendo in tal modo una oggettiva comparazione delle capacità della squadra.

    Pare, nell’attuale avvicendarsi delle situazioni, che tale “lucidità” sia un traguardo inattingibile.

    A questo punto, meglio abbassare l’asticella e ricondursi a più miti ma non meno brillanti pretese. All’occorrenza, infatti, anche una semplice “lucidata” alle scarpe può rappresentare un motivo di decoro per il cammino dell’uomo.

    Massimiliano Barbin Bertorelli