Autore: Redazione Centrale

  • L’ eclisse totale di sole la diretta web della Nasa

    Eclisse titale di sole

    ROMA. 7 MAR. C’è attesa per l’ eclisse totale di Sole, unica di quest’anno anno, che si verificherà nella notte tra martedì 8 e mercoledì 9 marzo.

    Lo spettacolo, sarà visibile solo dall’Oceano Pacifico ed entrerà nel vivo poco prima delle 3,00 (ora italiana), quando il disco solare verrà oscurato completamente per 4 minuti dalla luna nera.

    Nel punto di migliore visibilità, a est dell’Indonesia nell’Oceano Pacifico, lo spettacolo culminerà alle 2:58 (ora italiana). L’eclissi sarà invece parziale per gli osservatori che la guarderanno dal nord dell’Australia, dall’Asia orientale e dall’Alaska.

    Sul web si stanno organizzando diverse iniziative.

    La Nasa offrirà una diretta sul web a partire dalle 2 di notte, mentre i suoi ricercatori saranno in Indonesia per riuscire a studiare la parte più interna dell’atmosfera solare, la corona (da leggere e vederi gli approfondimenti della Nasa: http://svs.gsfc.nasa.gov/cgi-bin/details.cgi?aid=12147)

    In tre minuti, quanto durerà l’eclissi di sole, cercheranno di fare più foto possibili per analizzare i dati sulle parti più interne, l’atmosfera volatile del sole, la corona una regione che si può osservare solo durante eclissi solari totali, quando la luminosità del sole è totalmente bloccata dalla luna.

    Per chi potrà vederla sarà un’occasione eccezionale, infatti la prossima eclissi totale sarà il 21 agosto 2017.

    La diretta della Nasa sull’eclisse di sole: http://www.exploratorium.edu/eclipse/

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  • La polizia e le donne. Incontro domani al liceo Colombo

    La polizia per le donne con gli hashtag realizzati per l’evento #focusonwomen e #donnalcentro

    GENOVA. 6 MAR. La Polizia, in occasione della Giornata Internazionale della donna dell’8 marzo, organizza la campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione dal titolo “La Polizia di Stato con le donne – Una storia d’impegno e di appartenenza”, per raccontare il ruolo della donna in Polizia e la sua evoluzione, nonché l’impegno dell’Istituzione a salvaguardia dell’universo femminile.

    La Polizia di Stato ha creduto per prima nell’impegno e nel coraggio delle donne, arricchendosi fin dal 1959 di un “Corpo femminile” dedicato alla violenza sui minori e di genere – che ha consentito alle prime donne di indossare la divisa nel 1960 – e permettendo, con la riforma del 1981, pari opportunità di carriera, specializzazione e trattamento economico.

    Una presenza che negli anni si è fatta sempre più incisiva, fino ad arrivare alle attuali 15472 unità (più 1,8% rispetto al 2005) che rappresentato il 15,4% della forza della Polizia di Stato. Dato percentuale che nella Provincia di Genova sale al 16,9% con 435 donne in divisa su un totale di 2567 effettivi.

    Un universo vastissimo, quello delle signore del distintivo, che si è fatto largo sia in realtà operative, come la Squadra Mobile, la Digos, l’Ufficio Prevenzione Generale ed il Reparto Prevenzione Crimine, che in attività tecnico-scientifiche e mediche, dove le percentuali toccano il 35-40% del totale.

    Donne in divisa che, negli ultimi 10 anni, hanno quintuplicato la presenza nei ruoli dirigenziali e direttivi (da 50 a 253) ed aumentato del 4,9% nei funzionari (da 813 a 915), grazie all’elevato livello di scolarizzazione (23 su 100 le donne laureate in Polizia contro i 10 uomini su 100).

    Donne speciali che non rinunciano ad avere una vita privata: turni e servizi fuori sede non fermano la voglia di metter su famiglia.

    L’altro tema della campagna è l’impegno della Polizia di Stato nel contrasto e nella prevenzione dei reati di genere, quali il femminicidio, la violenza familiare e lo stalking. Attenzione al fenomeno che la Polizia di Stato garantisce attraverso la formazione degli operati che intervengono nelle cosiddette “liti in famiglia”, che spesso si rivelano vere a proprie aggressioni, attraverso strumenti di prevenzione come l’ammonimento del Questore, nonché attraverso l’attivazione di specifici protocolli d’intesa, come il “Percorso Rosa” e il “Tavolo di rete Amaltea”, sottoscritti dalla Questura di Genova con importanti Enti Istituzionali che operano sul territorio.

    Tutte queste iniziative hanno consentito piccoli passi in avanti, come testimoniato dai dati statistici nazionali, che vedono un lieve calo delle vittime in ambito familiare/affettivo, passate da 58 nel primo semestre 2014 a 56 nello stesso periodo 2015, così come sono in diminuzione le vittime di percosse, scese da 3541 a 3325 e le violenze sessuali, passate da 1981 a 1627.

    Analogamente a Genova e provincia si è registrata, dal 2014 al 2015, una diminuzione dei casi di stalking, scesi da 197 a 127, dei maltrattamenti in famiglia, scesi da 204 a 128 e delle lesioni, passate da 310 a 306, mentre in controtendenza col dato nazionale sono le denunce di violenze sessuali, passati da 60 a 78 e delle percosse, da 83 a 93.

    La campagna nazionale, nella giornata del 4 marzo a Roma presso la Camera dei Deputati, ha visto lo svolgimento di un convegno a cui hanno partecipato i vertici istituzionali ed esponenti della magistratura e del mondo giornalistico.

    Durante il convegno è stata presentata una maglietta che riproduce gli hashtag realizzati per l’evento (#focusonwomen e #donnalcentro), che sarà indossata prima dell’inizio degli incontri dei campionati di serie A e B di calcio nelle giornate del 5 e 6 marzo (Genoa – Empoli e Virtus Entella – Bari nella nostra provincia).

    La Questura di Genova aderisce a tale campagna a livello locale organizzando nella giornata di lunedì 7 marzo un incontro sui temi in argomento con gli studenti del Liceo Classico Statale Cristoforo Colombo, con inizio alle ore 10.30.

    I relatori saranno il Primo Dirigente dr.ssa Delia Bucarelli e il Vice Questore Aggiunto dr.ssa Maria Teresa Canessa.

    La dr.ssa Bucarelli, entrata all’Istituto Superiore di Polizia nel 1986, è a Genova dal 1991, dove ha lavorato in diversi uffici della Questura e diretto vari Commissariati in città. Poliziotta di lunga esperienza e madre di due ragazzi, dal 2014 dirige l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

    La dr.ssa Canessa è da anni impegnata nella tutela delle donne e dei minori vittime di reato dapprima alla Squadra Mobile ed oggi alla Divisione Anticrimine, dove ricopre l’incarico di Vice Dirigente. Mamma di tre gemelli, ha saputo coniugare l’impegno professionale con la famiglia. Di recente è stata protagonista di un gesto di distensione, durante le proteste dei lavoratori Ilva a Genova, che ha avuto risalto mediatico a livello nazionale.

    Il convegno vedrà inoltre il saluto istituzionale del Prefetto della Provincia di Genova dott.ssa Fiamma Spena e l’intervento del Procuratore Generale della Repubblica Presso la Corte d’Appello di Genova dott.ssa Valeria Fazio.

    A svolgere il ruolo di moderatore la giornalista Maria D’Elia della redazione regionale della RAI.

    Tweet riguardo #donnalcentro

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  • Arance sbucciate in vendita nei supermercati, il web insorge

    Le arance e i mandarini sbucciati al whole food market

    LECCE. 6 MAR. Dopo aver posto in vendita arance sbucciate e confezionate in alcuni negozi, le grandi catene di supermercati negli USA, hanno dovuto fare rapidamente marcia indietro rimuovendo le arance pre-pelate confezionate in contenitori di plastica, sull’onda delle critiche da parte degli ambientalisti e di numerosi utenti di Internet infuriati.

    Le critiche sono piovute sul web dopo che Nathalie Gordon ha condiviso una foto della frutta in un supermercato della catena Whole Foods in California sulla sua pagina di Twitter con la didascalia “solo natura ha trovato un modo per coprire queste arance, quindi non abbiamo bisogno di sprecare così tanta plastica su di esse.”

    Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sbucciare la frutta solo per riconfezionarla in materiali di plastica dannosi per l’ambiente è pura follia e dobbiamo indignarci se qualcuno mette in vendita degli spicchi di arancia già sbucciata.

    Meglio scegliere prodotti interi e da affettare una volta giunti a casa, così da poter risparmiare dal punto di vista economico, guadagnare un maggior apporto nutritivo per quanto concerne il mantenimento di una buona salute attraverso l’alimentazione e contribuire a ridurre la quantità di materiali di scarto prodotti da destinare alla raccolta dei rifiuti.

    Un buon motivo per evitare il più possibile l’acquisto di ortaggi e frutta affettata e confezionata.

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  • La simbolica scelta del protagonismo

    Omar Sharif, protagonista

    GENOVA. 5 MAR. Non è mai scontato il buon fine della volontà. Tuttavia, è lecita l’aspirazione dell’uomo, nel suo quotidiano esercizio, non solo di partecipare, bensì di essere il protagonista della propria vita (per paradosso, più facile esserlo di quella altrui).

    Altrettanto comprensibile è l’idea di insignirsi di un sigillo di autenticità ed originalità, a rendere inconfondibile ed inconfrontabile la presenza.

    Malgrado ciò, non ci si senta offesi, se alcuni, pur senza titolo, ci attribuissero conformismo:  sono entrambe realtà, parlare senza titolo e seguire un cliché, diffuse e datate quanto l’uomo.

    Tali realtà, in modi differenti, imprimono una visione riconducibile al gruppo ed aggregata al simbolo. Parimenti, anche per pura casualità, esse ci consentiranno di tagliare, comunque vadano le cose, qualche traguardo. E, dato imperscrutabile, ciò compenserà parte dei nostri sforzi.

    L’idea e l’ideale di non cadere nello stereotipo, nel gorgo del luogo comune, il timore di soggiacere ai tanti condizionamenti cui siamo esposti, rappresentano comunque una testimonianza presente, pertinente e, talvolta, disperata.

    Essi attribuiscono plusvalore al discostarsi dalla “logica di massa”, che talvolta assume, però, manifestazioni di artificiosa stravaganza e di pseudo-contravvenienza alle regole.

    Ogni fenomeno rientra comunque a pieno titolo, e ben si concilia, nella cultura del proprio tempo e nella polisemia del termine individuo.

    D’altro canto, siamo tanti su questo microscopico pianeta per non sorprenderci di assomigliarci, a turno. E per non ripercorrere, anche inconsapevolmente, vettori di pensiero già consolidati e precostituiti.

    Purchessia, tale assieme non esclude a priori la libera espressione del proprio sé: non è infatti la specie, non le regole, non l’appartenenza ad impedire l’originale deflusso dei pensieri e l’esclusività degli effetti.

    Tutto sommato, in via generale, purtroppo o per fortuna, ben poco innoviamo.  Esponiamo ed attingiamo a simboli resuscitati.

    Spesso, neppure scelti da noi. Come, con evidenza, il nome di battesimo.

     Massimiliano Barbin Bertorelli

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  • Sesso agli ultra 50 fa bene a cervello e memoria secondo studio inglese

    Coppia anziani. Secondo uno studio il sesso agli over 50 manterrebbe attivo il cervello e la memoria

    COVENTRY. 5 MAR. Uno studio condotto in Inghilterra alla Coventry University e pubblicato sulla rivista internazionale ‘Age & Ageing’ ha evidenziato un chiaro ‘legame’ tra la frequenza dell’attività sessuale e l’acutezza mentale.

    Secondo la ricerca, anche se non è stato ancora scientificamente provato causa-effetto, il sesso dopo i 50 anni di età potrebbe far bene al cervello, alla memoria e, per gli uomini in particolare, anche alle loro capacità decisionali, di pianificazione e di concentrazione.

    La ricerca inglese è stata condotta coinvolgendo 6.800 adulti e anziani tra i 50 e gli 89 anni per 12 mesi, e li ha sottoposti a test sull’efficienza delle loro funzioni mentali.

    Sottoposti a dettagliati questionari sui loro incontri e attività sessuali, i volontari hanno risposto a test mnemonici, sia verbali che numerici, ed hanno dovuto dimostrare le loro capacità cosiddette ‘esecutive’, ossia di risolvere problemi e di concentrarsi.

    Sia gli uomini che le donne coinvolti in attività sessuali più frequentemente – spiega il rapporto – hanno evidenziato una memoria più acuta e precisa. Ma il cervello maschile ha ricevuto una ‘spinta’ in più – tra gli uomini che facevano più sesso – anche sulla loro abilità decisionale ed ‘esecutiva’. La differenza tra i sessi in questo campo, potrebbe, secondo gli esperti, dipendere da fattori ormonali che influenzano maggiormente l’organismo femminile.

    Questo studio mostra una ‘significativa associazione’ tra l’attività sessuale e le funzioni cognitive negli adulti ultracinquantenni – ha commentato l’autore principale dell’indagine Hayley Wright e verranno condotte altre indagini in materia per verificarla e capire il perché.

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  • Ucina, incontro col Governo sui Marina resort

    Marina resort di Portisco

    GENOVA. 5 MAR. UCINA Confindustria Nautica lancia un allarme per quanto riguarda i Marina resort.

    In pratica non sanno se applicare o meno l’Iva turistica al 10% e così non sanno che cosa fare i soprattutto nei confronti dei clienti stranieri.

    Per questo Ucina ha portato la questione all’attenzione del Governo con una serie di incontri che hanno consentito all’Associazione nazionale di categoria di analizzare le questioni in campo, sia da un punto di vista economico, sia tecnico-giuridico, al fine di sanare l’illegittimità parziale della norma sui Marina resort.

    Insieme ad Assomarinas ed Assonat è stato possibile rappresentare lo stato del mercato, che da un lato vede l’impossibilità di stipulare nuovi contratti, ma anche di rinnovare quelli in scadenza.

    La situazione è resa ancor più particolare per via delle tre Regioni – Friuli V.G., Emilia R. e Liguria – che hanno una normativa propria, che riconosce l’applicazione dell’Iva turistica al 10% agli ormeggi inferiori all’annualità.

    Nel frattempo anche la Campania si è attivata per procedere a legiferare, grazie all’azione dell’Associazione Nautica Regionale Campana, associata UCINA, e al supporto dell’Associazione nazionale, con un emendamento presentato alla Legge regionale di stabilità. Risulta che anche la Sardegna si stia attivando per fare altrettanto.

    “Senza un rapido intervento legislativo, avremo 3-5 Regioni con Iva al 10% e le altre con Iva al 22%.” – ricorda Carla Demaria, Presidente di UCINA – “Dopo gli incontri con i diversi responsabili di Governo interessati dalla vicenda, avuti durante questa settimana, siamo fiduciosi in una soluzione, ma occorre fare presto. Diversamente ogni sforzo finora fatto per rilanciare il settore sarebbe vano”.

    La norma sul riconoscimento dei marina resort è stata varata nella Legge Sviluppo dell’agosto 2014, confermata con validità di un anno nella Legge di Stabilità 2015 e resa permanente nella Legge di Stabilità 2016. Vi si prevede che gli ormeggi stagionali sono equiparati alle strutture turistico ricettive all’aria aperta e questo comporta l’applicazione dell’Iva turistica al 10%.

    Il ricorso alla Corte Costituzionale della Regione Campania ha comportato una sentenza di parziale illegittimità della norma, laddove non contempli che il decreto attuativo che fissa i requisiti minimi delle strutture preveda l’intesa della Conferenza Stato-Regioni.

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  • Petizione per far luce sulla morte di Giulio Regeni

    La petizione per Giulio Regeni

    UDINE. 4 MAR. Giulio Regeni aveva 28 anni ed era un dottorando dell’Università di Cambridge. Dal Cairo, dove si trovava da settembre per condurre la sua ricerca sull’economia egiziana nell’era post Mubarak, raccontava quello che accadeva in Egitto. Il 25 gennaio 2016, giorno dell’anniversario dell’inizio delle manifestazioni che hanno portato alla deposizione del presidente Mubarak, Giulio è scomparso. Il suo corpo è stato rinvenuto giorni dopo, nei sobborghi del Cairo, con evidenti segni di tortura.

    Giulio rappresenta tutti quei giovani che hanno scelto di indagare il contesto in cui viviamo, con passione, curiosità e spirito critico, per comprendere e conoscere ciò che viene proposto come lontano e diverso. Per questa ragione è nostro dovere ricordare i motivi che hanno spinto Giulio, come tanti altri, a mettere a disposizione di tutti una lettura delle dinamiche che determinano la qualità della nostra convivenza, in un ambiente che si presuppone essere sicuro – quello accademico. Si tratta degli stessi motivi che vogliono garantire la crescita e il mantenimento di una cittadinanza mediterranea e universale, pensata per contribuire alla pace, alle libertà e allo sviluppo di tutti i popoli del comune mare.

    L’omicidio di Giulio vuole scoraggiare ogni possibile relazione tra donne e uomini che vivono su sponde diverse del Mediterraneo, andando così ad aumentare il divario tra confini autoimposti, con l’intento di minacciare la possibilità, per tutti, di calarsi in realtà solo apparentemente diverse e non collegate fra loro. Con tale azione violenta si vuole mettere in discussione la libertà di parola, di pensiero e di movimento: è un deliberato atto di soppressione dello stupore e della curiosità umane, perché ritenuti dannosi.

    In questo contesto è necessario che i governi di appartenenza, così come le istituzioni accademiche, siano in grado di garantire l’incolumità di tutti coloro che, per il raggiungimento dei propri obiettivi umani e professionali, abbiano la necessità di recarsi in zone a rischio: Giulio ha pagato per aver messo a disposizione la sua esperienza, raccontando e traducendo da un contesto a un altro. Questo non deve succedere.

    Per tale motivo si chiede alle autorità tutte – ai governi egiziano e italiano e all’Unione Europea – di impiegare ogni possibile mezzo per far luce sulle circostanze dell’uccisione di Giulio Regeni.

    E’ questa la petizione fatta dagli amici di Giulio su change.org. La petizione ha superato le 82.000 firme online.

    Ecco il link: https://www.change.org/p/verità-sull-uccisione-di-giulio-regeni-justiceforgiulio-veritapergiulio-matteorenzi-federicamog

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  • Libia, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sono liberi

    Pollicardo e Calcagno in un video di Sabratha media center

    LA SPEZIA. 4 MAR. Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sono liberi.

    La liberazione dei due ostaggi italiani è stata annunciata dal Consiglio militare di Sabratha.

    Il figlio di Gino Pollicardo alla notizia ha esclamato: “E’ finita, è finita”.

    La moglie Ema Orellana in lacrime ha detto: “L’ho sentito al telefono”.  Ieri il sottosegretario con delega all’Intelligence Marco Minniti, citando informazioni degli 007, aveva assicurato che i due italiani Pollicardo e Calcagno “sono vivi”.

    I due erano stati rapiti in Libia nel luglio del 2015 insieme a Fausto Piano e Salvatore Failla, che sarebbero rimasti uccisi mercoledì durante un blitz delle milizie di Sabrata, a ovest di Tripoli.

    E suonano a festa le campane a Monterosso per l’annuncio della liberazione di Gino Pollicardo.

    Filippo Calcagno è originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna.

    “Io sono Gino Pollicardo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 5 marzo 2016 siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente, ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia”. Questo è il messaggio scritto da Pollicardo su un foglietto di quaderno pubblicato da ‘Sabratha Media Center‘.

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  • Euro ’16, Arbitri: Selezionato l’Italiano Nicola Rizzoli

    Rizzoli

    GENOVA 3 MAR.  La Commissione Arbitri Uefa ha ufficializzato le squadre arbitrali selezionate per la fase finale del Campionato Europeo in programma in Francia.

    In rappresentanza dell’Italia e della sua rinomata scuola, particolarmente apprezzata dagli organismi internazionali, insieme all’arbitro Nicola Rizzoli (fiore all’occhiello la finale diretta nell’ultimo Mondiale in Brasile) sono stati indicati come assistenti Elenito Di Liberatore e Mauro Tonolini, come arbitri addizionali Luca Banti e Antonio Damato, come assistente di riserva Gianluca Cariolato. In preparazione all’Europeo gli arbitri si ritroveranno ad aprile per il primo seminario. Una conferma dunque per l’arbitro di punta del nostro movimento calcistico dopo la finale dei mondiali brasiliani di due anni fa.

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  • Omicidio stradale, approvata la legge, pene fino a 20 anni

    Approvata la legge sull’omicidio stradale

    ROMA. 3 MAR. E’ stata approvata la legge sull’omicidio stradale. L’Aula ha detto “sì” al voto di fiducia chiesto dal governo sul ddl per l’ omicidio stradale.

    I voti a favore sono stati 149, 3 i contrari e 15 gli astenuti.

    Con le nuove misure l’omicidio stradale diventa un reato, graduato su tre varianti.

    Resta la pena già prevista oggi, dai 2 ai 7 anni, nell’ipotesi base, quando la morte sia stata causata violando il codice della strada; con la la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi.

    Con le nuove regole chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischierà dagli 8 ai 12 anni di carcere.

    Verrà punito con la reclusione dai 5 ai 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità, quale eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi ed inversioni.

    La pena può anche aumentare della metà se a morire è più di una persona: in quel caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere.

    Aumentano le pene se chi guida è ubriaco o drogato: da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime.

    Se invece il colpevole ha un tasso alcolemico fino a 0,8 g/l o se l’incidente è causato da manovre pericolose la reclusione sarà da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime.

    Più grave pena, si applica ai camionisti e agli autisti di autobus anche in presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l.

    Se il conducente fugge dopo l’incidente scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi, e la pena non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni.

    Altre aggravanti sono previste se vi è la morte o lesioni di più persone oppure se si è alla guida senza patente o senza assicurazione. La pena è invece diminuita fino alla metà quando l’incidente è avvenuto anche per colpa della vittima.

    In caso di condanna o patteggiamento per omicidio o lesioni stradali viene automaticamente revocata la patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 anni in caso di omicidio o 5 anni per lesioni.

    Tale termine è però aumentato nelle ipotesi più gravi: se ad esempio il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca.

    Per il nuovo reato di omicidio stradale sono previsti il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave; negli altri casi l’arresto è facoltativo. Il pm, inoltre, potrà chiedere per una sola volta di prorogare le indagini preliminari.

    Il giudice può anche ordinare d’ufficio il prelievo coattivo di campioni biologici per determinare il dna. Nei casi urgenti e se un ritardo può pregiudicare le indagini, il prelievo coattivo può essere disposto anche dal pm.

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