Autore: Redazione Centrale

  • Stasera a Basaluzzo “Le Quattro Chitarre” in concerto

    ALESSANDRIA 20 AGO. Questa sera, alle ore 21:30 a Basaluzzo torna il più classico degli appuntamenti estivi: ovvero il concerto de “Le Quattro Chitarre” di Genova, maestri nel riproporre le più belle canzoni di Fabrizio De André. Il concerto dal titolo “L’amore sacro, l’amore profano” si terrà presso il Piazzale delle Feste” della località basso piemontese. In caso di maltempo lo spettacolo musicale andrà in scena al Teatro Giacometti di Novi Ligure.

    I quattro virtuosi delle sei corde Pasquale Dieni, Gianni Amore, Gino Cabona e Enrico Cultrone, anche voce portante, tornano a Basaluzzo ogni seconda metà di agosto per proporre una ventina delle più belle e conosciute canzoni e ballate di Faber, riscuotendo sempre un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. Il quartetto genovese d’altra parte si esibisce sui palchi d’Italia, e anche fuori, dal 2002.

    Una lunga cavalcata di 14 anni che ha superato le 300 esibizioni con l’opera deandreiana al centro ma anche incursioni sempre più numerose tra i brani di tutti i grandi cantautori della scuola genovese, da Bindi a Paoli, da Tenco a Lauzi, rispettando la filologia testuale e melodica del movimento non senza una propria originale impronta creativa. La serata, condita da stand gastronomici per tutti i gusti, è dedicata al sostegno dell’associazione DI.A.PSI. – Difesa Ammalati Psichici Onlus, Sezione di Novi Ligure.

    Marcello Di Meglio

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  • Olimpiadi Rio 2016, argento azzurro ieri nel Beach volley maschile

    Olimpiadi di Rio 2016

    ROMA 19 AGO. Ieri 18 agosto è arrivata una nuova medaglia, un argento, dalle Olimpiadi in programma a Rio.

    La medaglia è arrivata dal Beach volley dove il duo italiano ha sfiorato il successo storico dovendo cedere ai padroni di casa del Brasile dopo neanche cinquanta minuti di gioco.

    Per Nicolai e Lupo un’impresa solo sognata dunque vista la netta superiorità del duo verde oro Alison-Bruno.

    Resta l’amaro in bocca per il duo azzurro che aveva sperato di poter sovvertire tutti i pronostici e poter scrivere il loro nome nella storia olimpica. Ma questo argento è storia per i nostri colori che non dimenticheranno quest’impresa a dir poco epica.

    fc

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  • Terra Madre 2016. No agli shopper in plastica, si al riciclabile per compost

    TORINO 19 AGO. Nell’ambito di “Seminiamo la biodiversità” di Slow Food, raccontiamo un passo alla volta il percorso ideato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dedicato alla sostenibilità ambientale argomento di cui si discuterà al “Salone del Gusto Terra Madre 2016” in programma a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi. Si può così scoprire il progetto SEeD, seme, appunto, acronimo di “Systemic Event Design”. Oggi parliamo di riciclo.

    Si sa che 100 kg di stoviglie monouso compostabili, avviati al trattamento, permettono di non immettere nell’atmosfera 60 Kg di CO2? Un risparmio equivalente a sei auto che percorrono 50 Km o all’energia consumata da 385 lampadine da 50 watt accese tutto il giorno.

    Quest’oggi in “Seminiamo Sostenibilità” si parla proprio dei materiali utilizzati per la fruizione del cibo durante “Terra Madre Salone del Gusto”. L’obiettivo primario del progetto, vale a dire la riduzione progressiva dell’impatto ambientale in tutte le edizioni dell’evento, ha condotto anche a un’attenta e consapevole selezione di materiali per la tavola il più possibile sostenibili.

    Che senso avrebbe infatti godere delle gioie di un cibo buono, pulito e giusto servendosi di posate e piatti realizzati con materiali non valorizzabili che generano rifiuti?

    La necessità di realizzare un evento il più possibile sostenibile ha convinto così gli organizzatori a proporre ai vari espositori l’utilizzo di materiali per la fruizione del cibo biodegradabili e compostabili. Tali materiali, che sono il “Mater-Bi®” dell’azienda partner Novamont e la polpa di cellulosa, nascono dalla Terra, ossia da materie prime rinnovabili di origine naturale (l’amido di mais), e lì tornano alla fine del loro ciclo di vita. Attraverso la raccolta differenziata nell’organico e grazie al compostaggio infatti questi materiali vengono trasformati in terriccio fertile o compost da utilizzare nell’agricoltura.

    Slow Food ha scelto di applicare lo stesso ragionamento agli shopper e ai sacchetti per la spesa che verranno utilizzati durante l’evento: per questo nell’edizione 2008 di “Terra Madre Salone del Gusto” l’associazione è stata la prima ad utilizzare esclusivamente shopper biodegradabili e compostabili, eliminando così i sacchetti di plastica già due anni prima che fossero dichiarati illegali.

    Oggi la legge italiana vieta l’utilizzo di buste per la spesa di plastica, altamente inquinanti, ma purtroppo ancora molti commercianti ne fanno utilizzo (1 sacchetto su 2 in circolazione è infatti illegale) alimentando un mercato nero che è controllato in gran parte dalla criminalità organizzata con un giro d’affari pari a 160 milioni di Euro, di cui 30 milioni solo per evasione fiscale (Dati 2016, Legambiente, campagna “Un Sacco Giusto”). Per rispondere a questa criticità si è quindi deciso di commercializzare unicamente buste per la spesa e shopper biodegradabili e compostabili durante “Terra Madre Salone del Gusto 2016”.

    Ma che cosa vuol dire esattamente “biodegradabile” e “compostabile” e perché sono proprietà così importanti?

    Partendo dalla biodegradabilità, questa è la capacità di sostanze e materiali organici di essere ridotti in sostanze più semplici mediante l’attività enzimatica di microorganismi e si configura come uno dei fenomeni sui quali si basa il ciclo naturale della vita sulla Terra. La compostabilità, invece, è la capacità di un materiale organico di trasformarsi in terriccio o compost fertile mediante il compostaggio, ossia un processo biologico controllato dall’uomo, ma reso possibile dall’azione di batteri e funghi. Quindi così come in natura le sostanze organiche vengono “degradate” in molecole inorganiche di acqua, anidride carbonica e metano, allo stesso modo i materiali biodegradabili e compostabili possono ritornare alla Terra.

    A casa utilizziamo sacchetti biodegradabili e compostabili per la raccolta dei rifiuti organici? E se si organizza una festa con molti invitati, quali stoviglie si usano? Bisogna ricordare che quando si acquistano e utilizzano materiali biodegradabili e compostabili nella vita di tutti i giorni è un po’ come se si facesse il compost a casa: adottando questi materiali non si producono infatti rifiuti che inquinano la Terra, ma risorse in grado di nutrirla. Non acquistiamo rifiuti, ma generiamo compost e dimostriamo di voler bene alla Terra.

    Marcello Di Meglio

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  • Domani sera a Basaluzzo “Le Quattro Chitarre” in concerto

    ALESSANDRIA 19 AGO. Domani, sabato 20 agosto, alle ore 21:30 a Basaluzzo, torna il più classico degli appuntamenti estivi: ovvero il concerto de “Le Quattro Chitarre” di Genova, maestri nel riproporre le più belle canzoni di Fabrizio De André. Il concerto dal titolo “L’amore sacro, l’amore profano” si terrà presso il Piazzale delle Feste” della località basso piemontese. In caso di maltempo lo spettacolo musicale andrà in scena al Teatro Giacometti di Novi Ligure.

    I quattro virtuosi delle sei corde Pasquale Dieni, Gianni Amore, Gino Cabona e Enrico Cultrone, anche voce portante, tornano a Basaluzzo ogni seconda metà di agosto per proporre una ventina delle più belle e conosciute canzoni e ballate di Faber, riscuotendo sempre un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. Il quartetto genovese d’altra parte si esibisce sui palchi d’Italia, e anche fuori, dal 2002.

    Una lunga cavalcata di 14 anni che ha superato le 300 esibizioni con l’opera deandreiana al centro ma anche incursioni sempre più numerose tra i brani di tutti i grandi cantautori della scuola genovese, da Bindi a Paoli, da Tenco a Lauzi, rispettando la filologia testuale e melodica del movimento non senza una propria originale impronta creativa. La serata, condita da stand gastronomici per tutti i gusti, è dedicata al sostegno dell’associazione DI.A.PSI. – Difesa Ammalati Psichici Onlus, Sezione di Novi Ligure.

    Marcello Di Meglio

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  • Terra Madre 2016. Abruzzo e Tivoli antico romana nell’”Alleanza dei Cuochi”

    TORINO 18 AGO. Continua il viaggio di avvicinamento di LN tra i temi, gli eventi e i protagonisti principali della prossima edizione di “Terra Madre Salone del Gusto 2016”, a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi.

    Dalla ventricina abruzzese all’Epityrum di Tivoli: due assaggi di Alleanza

    E’ mai capitato di andare al ristorante e trovare sul menù l’elenco di produttori che hanno fornito gli ingredienti della cena? È un omaggio a chi ha contribuito alla bontà del pasto, che non dipende solo dalla bravura della brigata in cucina ma anche dal lavoro di chi ha prodotto materie prime di qualità. È proprio questo il senso dell’”Alleanza Slow Food” dei cuochi, unire chef e produttori nel comune intento di valorizzare i territori e la loro biodiversità.

    18 dei quasi 600 membri dell’”Alleanza Slow Food” dei cuochi da tutto il mondo parteciperanno a “Terra Madre Salone del Gusto 2016” per organizzare appuntamenti gastronomici davvero unici: qui vogliamo raccontartene due, un che va ’indietro nel tempo dall’Abruzzo di oggi alla Roma di migliaia di anni fa.

    Peppino Tinari, una stella in Abruzzo

    È l’atmosfera familiare a colpire l’avventore non appena apre la porta del ristorante stellato Villa Maiella, a Guardiagrele (Ch). Si sente già accolto e accudito, pur non avendo ancora riposato in una della camere o assaggiato una delle prelibatezze di Peppino. I Tinari si autodefiniscono “una famiglia al servizio del territorio” e ne hanno ben donde: tutto inizia nel 1966 quando i capostipiti Ginetta e Arcangelo fondano la fiaschetteria Villa Maiella e nel 1984 il testimone passa ad Angela e Peppino che con i loro due figli, Arcangelo in cucina e Pascal in sala, gestiscono ancora oggi l’albergo ristorante.

    A proposito delle caratteristiche della cucina abruzzese, Peppino è inarrestabile: “E’ una cucina di territorio, caratterizzata soprattutto da ingredienti poveri, ad eccezione dello zafferano e delle lenticchie di Santo Stefano (Presìdio Slow Food). I prodotti di punta sono il maiale e la ventricina, nelle due versioni di crema spalmabile e insaccato, ma sono deliziosi anche i pecorini, come quello di Farindola, e gli oli ricavati dalle cultivar tipiche del territorio come la Gentile di Chieti o la Dritta.

    E poi abbiamo gli arrosticini, il più noto simbolo della gastronomia abruzzese, che è l’antenato del cibo di strada che ora va così di moda: i piccoli spiedi di pecora venivano cucinati dai briganti nascosti in montagna che volevano mangiare senza dare troppo nell’occhio”. Descritta così non sembra certo una cucina povera, ma le preparazioni nascondono molti espedienti: pensate alle “pallotte cac’ e ove” in cui cacio e uova sostituiscono la carne ben più costosa.

    L’amore per il territorio si traduce anche nel desiderio di produrre in prima persona gli ingredienti da cucinare per cui il ristorante Villa Maiella può contare su maiali, asini, capre e galline allevati direttamente nella fattoria di famiglia e su un coloratissimo orto da cui si riforniscono soprattutto di erbe aromatiche: “Per esempio le bietoline rosse che non trovo al mercato, la pimpinella e 30 tipi di basilico”.

    Per tutto quello che non riescono a produrre si rivolgono ai produttori dei Presìdi, per portare avanti “una filiera onesta che valorizza chi lavora bene. Ho un rapporto bellissimo col territorio, da sempre, ben prima che cominciassero a parlarne tutti”. Se si vuole conoscerlo di persona, non perdersi l’appuntamento “Tutto l’Abruzzo racchiuso in un piatto”Peppino ci prepara gnocchi di pane di Solina con ragù di ventricina del Vastese e fonduta di canestrato di Castel del Monte (entrambi Presìdi Slow Food).

    Gabriella Cinelli, l’archeochef di Villa Adriana

    Quando si emette il primo vagito di fronte a Villa Adriana, l’antica dimora dell’imperatore Adriano a Tivoli, il tuo destino è segnato: “mentre mia mamma e mia nonna cucinavano all’hotel, mio padre mi raccontava le storie dell’Iliade e dell’Odissea: non potevo far altro che diventare archeochef”. Gabriella ha unito le passioni di famiglia e all’Hotel Adriano cucina piatti della tradizione laziale e al contempo organizza cene, banchetti e visite guidate sul tema della gastronomia antico romana.

    “I nostri gusti di oggi derivano da quelli dei Romani e per comprendere dove possiamo arrivare dobbiamo sapere da dove siamo partiti. Ci sono tantissimi cibi che mangiamo quotidianamente di cui non conosciamo l’origine”. Gabriella anche un’insegnante e non si tira certo indietro quando le si chiede qualche esempio.

    “Gli Estensi, signori di Ferrara, avevano un funzionario che era stato a Londra e raccontò a Isabella di aver molto gradito il “trifle”, un dolce al cucchiaio fatto con frutta, crema pasticcera e pan di Spagna imbevuto in porto o Madeira e lei, con l’acquolina in , lo fece riprodurre dai suoi cuochi con i liquori tipici di Ferrara: così nacque la zuppa inglese”.

    Dalle sue parole capiamo che Gabriella non concepisce cibi che non abbiano una vera storia, perciò nelle sue ricette unisce passato e territorio: “Slow Food ha ampliato i miei orizzonti, ho scoperto che se compri ingredienti che non conosci non fai un lavoro a regola d’arte, anche se l’atto di cucinare è perfetto. Conoscere il produttore e sapere come lavora ti fa essere sulla strada giusta e migliora il gusto: perciò faccio ricerca sul territorio e compro dai produttori del Mercato della Terra (anzi l’archeomercato)”.

    Un assaggio di ciò che Gabriella porterà all’appuntamento “Dall’archeopiatto dell’Alleanza: la gustatio antico romana”. La “Gustatio”, cioè una sorta di antipasto composto da “Epityrum”, cioè una crema di olive, fiori di finocchio, garum, coriandolo, aceto e miele e “Cerealia”, cereali con olio e pesto di erbe spontanee. Il tutto accompagnato dal “Libum”, pane per libagioni fatto con grani antichi e formaggi (la Marzolina e il Caciofiore, Presìdi Slow Food) e innaffiato da “Vinum mulsum”, vino con miele, acqua, pepe e petali di rosa.

    Per il programma integrale e le prenotazioni della “Cucina dell’Alleanza”, consultare il sito www.slowfood.it.

    Marcello Di Meglio

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  • San Carlo di Napoli, due serate di danza per Carla Fracci

    Il San Carlo di Napoli dedica due serate di danza a Carla Fracci in foto con Giuseppe Picone

    NAPOLI. 17 AGO. In occasione dell’ottantesimo compleanno di Carla Fracci la Fondazione Teatro di San Carlo annuncia due serate a lei dedicate, La Musa della danza, Auguri Carla! all’interno dell’imminente rassegna Autunno Danza giunta quest’anno alla settima edizione. Mercoledì 26 giovedì 27 ottobre 2016 sono in programma due appuntamenti  che prevedono la presenza di étoiles internazionali e ospiti importanti ad onorare la Musa della Danza.

    Si ricorda la presenza della Fracci al Teatro di San Carlo con Filumena Marturano  nel 1996 (poi ripresa nel 2000), liberamente tratta dal testo del grande Eduardo e naturalmente nei ruoli del grande repertorio clessico, Giulietta tra tutti (al San Carlo nel 1987, accanto a Gheorghe Iancu), a Margherita nella Signora delle Camelie (al San Carlo nel 1982, in una stagione che la vide anche nelle sembianze Giselle, da lei più volte interpretata al Massimo napoletano), del 1989 è la creazione dedicata a Nijinsky, cui partecipa anche Giuseppe Picone, ora Direttore del Corpo di Ballo del San Carlo; numerosi i successi, sino all’ultima produzione del 2013, Das Marienleben, Sogno Annunciazione Vita di Maria,ideazione e regia di Beppe Menegatti, con la coreografia di Luc Bouy, dove ha danzato accanto al primo ballerino del  San Carlo Alessandro Macario.

    “Fin da piccolo sono cresciuto con il mito di Carla Fracci e penso sia una grande donna nonché un’immensa artista – dice il Direttore del Corpo di Ballo Giuseppe Picone – ricordo quando nel 1988 a sorpresa alla Scuola del San Carlo arrivarono Carla Fracci col marito Beppe Menegatti , la coppia era lì per la produzione”Nijinsky, memoria di giovinezza”, un balletto che raccontava la vita del grande ballerino ucraino. Cercavano un bambino per il ruolo di Nijinsky da piccolo ed entrarono in classe per vedere se trovavano il ragazzo giusto per quella parte. Lo sguardo di Menegatti si posò su di me attento. Il giorno dopo seppi che ero stato scelto per quel ruolo. Fu un occasione strardinaria per la mia carriera perchè a soli 12 anni mi ritrovavo a danzare accanto a grandi danzatori tra cui appunto la Fracci. Adesso che mi trovo di nuovo qui con questo importante incarico assieme a tutto il Teatro sono felice di dedicarle due serate per festeggiare un importante traguardo di vita.”

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Terra Madre 2016. Rocchi: “Stop al consumo di suolo agricolo”

    TORINO 17 AGO. “Non possiamo proseguire con questo ritmo: abbiamo bisogno urgentemente di una legge per evitare il consumo del suolo” – dichiara Francesca Rocchi (in foto sotto), Vicepresidente di Slow Food Italia. “La situazione italiana è drammatica: il 35% del nostro territorio è montagnoso e una superficie di 21mila metri quadrati è già stata cementificata con costi ambientali ed economici elevatissimi. Rendere il suolo non coltivabile significa perdere un bene comune, una risorsa ambientale fondamentale.

    Per questo dobbiamo pensare a una normativa forte che parta da un censimento serio del patrimonio edile non sfruttato. Un evento come “Una giornata per il suolo” ci permette di fare il punto sulla situazione del suolo in Italia e di creare maggiore consapevolezza su un tema su cui da sempre Slow Food pone grande attenzione.

    Impoverire il suolo, peggio ancora renderlo inutilizzabile, limita la possibilità di vita delle future generazioni, rendendo incerta e vulnerabile quella presente”. Anche di questo si discuterà al “Salone del Gusto Terra Madre 2016” in programma a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi.

    Insieme a ISPRA, FAO, Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, Aissa, Dipse, Cia, Confagricoltura, Copagri, Conaf, Legambiente e Forum Salviamo il Paesaggio, Slow Food Italia è tra gli organizzatori di “Una giornata per il suolo 2016”, un momento di approfondimento per discutere dell’importanza del suolo e della sua tutela, partendo dai dati del rapporto ISPRA sul “Consumo di suolo in Italia 2016”. I dati riportati non sono incoraggianti: nonostante gli allarmi lanciati negli ultimi anni, oggi si registra ancora un consumo di 4 metri al secondo, pari a 35 ettari al giorno.

    Questo dato non evidenzia appieno le conseguenze a livello sociale e ambientale: si tratta, infatti, di un insieme di costi non sempre immediatamente percepiti – vale a dire il servizio ecosistemico che il suolo non può più fornire a causa delle trasformazioni subite –, quantificabili in 1.925 milioni di Euro annuali. Si va dalla produzione agricola con oltre 400 milioni Euro, alla produzione dell’erosione con oltre 120 milioni.

    “Partecipare a una giornata dedicata al suolo significa informare e sensibilizzare più persone possibili su una questione delicata che tocca da vicino ognuno di noi” – prosegue Rocchi. “Circa il 7% del territorio italiano è cementificato (edifici e infrastrutture dei trasporti e industriali) e non ci sono purtroppo speranze per arrestare il fenomeno. Questo purtroppo non vale solo per l’Italia: anche a livello europeo manca una vera e propria legislazione che regoli il consumo di suolo.

    Slow Food si è mossa su questo fronte aderendo all’iniziativa dei cittadini europei “People4Soil”, insieme ad altre 300 organizzazioni di tutta Europa: a partire da settembre, avremo un anno di tempo per raccogliere un milione di firme da presentare alla Commissione Europea per attuare una direttiva quadro sulla protezione dei suoli”.

    Marcello Di Meglio

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  • Ferragosto intenso per la capitaneria di porto

    Ferragosto intenso per la capitaneria di porto. Nella foto un naufragio a Fiumicino

    ROMA. 16 AGO. Ferragosto intenso, quello vissuto dagli uomini e donne della Guardia Costiera Capitaneria di Porto, impegnati lungo tutti gli 8.000 km di coste del Paese e sui maggiori laghi italiani, per garantire la sicurezza di quanti hanno scelto le località italiane per trascorrere la tradizionale festività.

    La Guardia Costiera nell’occasione del lungo weekend di Ferragosto ha maggiormente intensificato i controlli in mare e sulle spiagge a salvaguardia della vita umana, e a tutela dell’ecosistema marino e delle risorse ittiche della Penisola, impiegando 286 mezzi nautici e 11 aeromobili, per un totale di 912 persone di equipaggio.

    In particolare, nei giorni 14 e 15 agosto, sono state 22 le operazioni di soccorso di rilievo che hanno permesso di salvare 93 persone tra bagnanti, diportisti e subacquei: tra i soccorsi effettuati anche quello di un’imbarcazione affondata al largo di Fiumicino durante la tradizionale processione a mare per l’Assunta.

    Quattro donne e due uomini, tutti appartenenti alla stessa famiglia, sono stati soccorsi da una motovedetta della Guardia Costiera dopo essere finiti in acqua. Solo per una di loro si è reso necessario il trasporto in ambulanza all’ospedale di Ostia.

    Tali attività rientrano nell’ambito dell’operazione “Mare Sicuro” che costituisce uno dei momenti di massimo sforzo operativo per le Capitanerie di porto, che fino al 18 settembre continueranno ad assicurare l’ordinato svolgimento delle attività ludiche e produttive in mare – anche con l’ausilio di una mirata campagna di prevenzione rivolta a scongiurare comportamenti imprudenti in mare – per un’estate all’insegna della legalità e della sicurezza.

    Ad ogni buon fine si allega una foto del soccorso effettuato nelle acque di  Fiumicino e il link ad un filmato in cui un ATR42 del 2° nucleo aereo della Guardia costiera di Catania sorprende un acquascooter impegnato in pericolose evoluzioni in prossimità della costa, con grave rischio per l’incolumità dei bagnanti.

    La moto d’acqua è stata fermata da una motovedetta della Guardia costiera di Licata e il responsabile deferito all’autorità giudiziaria per inosservanza di norme in materia di sicurezza della navigazione.

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  • Olimpiadi Rio 2016: ieri oro dal ciclismo su strada, argento dal nuoto di fondo

    Impianti Olimpici

    ROMA 16 AGO. Giornata di Ferragosto ieri e ancora un buon bottino dell’Italia alle Olimpiadi brasiliane di Rio de Janeiro 2016.
    Il metallo più prezioso al medagliere azzurro è stato portato stavolta dal ciclismo, specialità su pista, dove il nostro Elia Viviani svetta davanti a tutti nonostante una caduta che rischiava di compromettere tutto.
    L’altra medaglia di giornata arriva ancora dal nuoto, nella 10 km femminile, dove arriva l’argento conquistato dalla nostra Rachele Bruni.

    Nel pugilato sfuma la speranza di una medaglia per Irma Testa nei quarti di finale nella categoria 60 kg. La napoletana è stata sconfitta dalla francese campione in carica Estelle Mossely.

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  • Terra Madre 2016. La rivoluzione dell’orto urbano sotto casa

    TORINO 16 AGO. Finalmente, anche se ancora lentamente, l’importanza di consumare cibo buono, pulito e giusto, possibilmente coltivato “in casa”, sta sostituendo la moda del cibo spazzatura. In particolare fare un orto, in campagna o in città, può significare molte cose: avere a disposizione verdura fresca, sana e buona ma anche sfidare il degrado delle periferie, educare alla bellezza e al rispetto per l’ambiente. Ma soprattutto, coltivare il proprio cibo significa comprenderne il valore e ristabilire un rapporto intimo con la terra: è uno degli argomenti che si tratteranno nelle Conferenze che si tengono al Teatro Carignano di Torino durante il “Salone del Gusto Terra Madre 2016”, in programma dal 22 al 26 settembre prossimi nel capoluogo piemontese.

    “Il giardinaggio – ha dichiarato l’artista, designer e guerilla gardener Ron Finley (in foto) – è l’atto più terapeutico e rivoluzionario che ci sia. È sorprendente ciò che si può fare con il suolo se gli si permette di essere una tela. Ed è dal suolo che si comincia per cambiare una comunità: noi stessi siamo il terreno di una comunità. Siamo noi a dover cambiare, a dover diventare dissidenti eco-rivoluzionari, dei veri e propri coltivatori gangster”.

    Finley ha iniziato il cambiamento piantando orti a South Central Los Angeles in lotti abbandonati sulle mediane del traffico, lungo i marciapiedi, per divertimento, per sfida e per offrire qualche alternativa al fast food in una comunità in cui i drive-in uccidevano più persone delle sparatorie.

    E non è l’unico a pensarla così: gli orti sono il punto di partenza di numerosi progetti che vogliono cambiare le sorti delle comunità. Questa rivoluzione degli orti sarà protagonista di una conferenza al Teatro Carignano, durante “Terra Madre Salone del Gusto”. Lo sguardo americano di Ron Finley e Alice Waters, pioniera del biologico negli Stati Uniti, si confronterà  l’esperienza africana dell’agronomo Edie Mukiibi (in foto), responsabile in Uganda del progetto dei “Diecimila Orti in Africa”. L’incontro sarà moderato da Valerio Borgianelli, membro della Commissione Educazione di Slow Food.

    “Sono davvero onorato di partecipare a questo evento – ha detto Ron Finley – e soprattutto di potermi confrontare con due leader come Alice Waters ed Edie Mukiibi. Gli orti per me significano libertà, serenità, bellezza, creatività, ma sono soprattutto un’occasione per insegnare e apprendere non solo come vivere in salute, ma anche come vivere in pace. Spero che coloro che parteciperanno alla conferenza tornino a casa con la consapevolezza che l’orto è un punto di partenza per la vita: se possiamo cambiare il nostro cibo, possiamo cambiare la nostra vita”.

    Della stessa idea è Alice Waters, vice-presidente di Slow Food, alla quale va il merito della nascita del primo School Garden di Slow Food, a metà degli anni Novanta, a Berkeley. Oggi il programma di orti scolastici, l’Edible Schoolyard Project, conta un network di più di 4000 scuole.

    “Grazie agli orti, – ha spiegato Alice Waters (in foto) – possiamo stare a stretto contatto con la natura e la sua bellezza: questa relazione si completa ancora di più quando dall’orto possiamo trarre il nostro nutrimento. Mangiare ciò che produce un orto significa mangiare con consapevolezza, quella che ci permette di scegliere gli ingredienti della nostra tavola direttamente dai produttori che a loro volta si prendono cura del territorio. Proprio come Ron Finley e Edie Mukiibi, che in modo semplice e accattivante si stanno prendendo cura della loro terra”.

    “In Africa – ha spiegato Edie Mukiibi – conosciamo bene il valore degli orti e con il progetto dei Diecimila Orti cerchiamo di rafforzare questa consapevolezza. Ogni orto rappresenta abilità, potere e responsabilità che assumiamo insieme per il futuro del nostro cibo. Il confronto con due personalità come Alice Waters e Ron Finley sarà un importante spunto di riflessione: entrambi sono per me fonte di ispirazione e incoraggiamento. Grazie agli orti promuoviamo il nostro cibo e la nostra gastronomia, rafforziamo i nostri sistemi alimentari tradizionali e difendiamo la biodiversità dei nostri prodotti”.

    “Lavoriamo in Paesi e contesti diversi – ha concluso Alice Waters – ma abbiamo molto da imparare uno dall’altro: ispirandoci a vicenda facciamo sì che ci sia un senso di connessione e di interdipendenza su scala globale! Spero che la conferenza inviti le persone di tutto il mondo a prendere coscienza della realtà e a correre dei rischi: dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo avvenga nel mondo. L’unico modo per riuscirci non è attraverso le parole, ma costruendo meravigliosi esempi di come possiamo cambiare il nostro sistema alimentare”.

    La conferenza “La Rivoluzione dell’orto” si terrà sabato 24 settembre dalle 14 alle 15:30 presso il Teatro Carignano, in Piazza Carignano 6.

    Marcello Di Meglio

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