Categoria: Cultura Mondo

  • Bob Dylan non andrà a Stoccolma a ritirare il Nobel

    Bob Dylan non andrà a Stoccolma a ritirare il Nobel

    NEW YORK. 17 NOV. Bob Dylan non andrà a Stoccolma a ritirare il Nobel per la letteratura. Il cantautore ha, infatti, inviato una lettera all’Accademia svedese per comunicare che non potrà andare alla cerimonia prevista a Stoccolma il 10 dicembre.

    Dopo l’assegnazione del riconoscimento, il 13 otobre scorso, la star era stata irreperibile per due settimane e solo dopo una settimana si era deciso ad accettare con una telefonata alla segretaria del premio Nobel.

    Ad annunciarlo l’Accademia di Svezia secondo cui Dylan “ha altri impegni”.

    L’Accademia Svedese afferma di aver ricevuto ieri dall’artista americano una “lettera personale nella quale spiega di non potersi rendere disponibile a raggiungere Stoccolma per accettare il premio”.

    Il Premio Nobel per la letterature: https://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Nobel_per_la_letteratura

  • Na Granici, presentato al Novi Sad Cinema City Film Festival

    Na Granici. L’attore Milan Kovacevic nel ruolo dell’Agente di Polizia ed Arnaud Humbert in quello del Protagonista

    GENOVA. 2 LUG. Diamo uno sguardo alla Serbia. La Repubblica di Serbia che, attualmente fuori dall’UE, nonostante i negoziati siano in corso fino al 2020, proprio ora che l’Europa ufficiale si frantuma attraversando un’evidente crisi identitaria, ci sorprende con le proprie risposte culturali ed artistiche secondo lo stile di chi è geograficamente nel ” Cuore d’Europa “.

    In particolare ci riferiamo a Novi Sad, nel Nord della Serbia, città giovane, culturalmente molto attiva, che potremmo definire la Londra dei Balcani, molto apprezzata e conosciuta non solo per l’Exit, www.exitfest.org, famoso festival di musica elettronica che qui si tiene ogni estate, ma anche per l’altrettanto affermato Novi Sad Cinema City International Film Festival, eng.cinemacity.org, il quale proprio in questi giorni si svolge tra l’altro in una location ad hoc, sita tra la China Town ed il Limanski Park. Obiettivo del festival è soprattutto quello di offrire un supporto nella formazione e scambio sinergico tra nuovi artisti della regione, incastonandosi però in una prospettiva d’ampio respiro, dove anche la musica è fondamento essenziale.

    In particolare l’altra sera è stato presentato uno Short-Movie, il cui soggetto è senz’altro degno d’attenzione nell’ottica di una riflessione su cosa sia veramente l’Europa o quale sia l’autentica Europa.

    Si tratta di ” Na Granici “, titolo originale serbo, ” At the Border “, ” La Frontiera “diremmo noi in italiano. Girato un anno prima che centinaia di migranti cercassero di aprirsi un varco balcanico per raggiungere il resto d’Europa, racconta di una storia di immigrazione al contrario, inducendoci ad un’analisi tagliente sulle nostre posizioni politiche. Dal Soggetto originale dell’attore e sceneggiatore francese, Arnaud Humbert, residente a Belgrado, diretto dall’affermatissimo giornalista francese, perfettamente integrato in Serbia, Laurent Rouy, che esordisce alla regia proprio con questo Short – Movie, si rivela un’opera realizzata grazie al crowdfunded ed in osmosi con gli altri artisti che vi hanno partecipato: ancora Arnaud Humbert ( nel ruolo del protagonista ), Milan Kovacevic, Paul Murray, Milena Jaksic, Brankica Sebastijanovic, Tito Garmendia.

    In un immaginario 2022, un’ondata di ricchi migranti occidentali, in cerca di serenità, preme sulla frontiera serba, paese non ricco, eppure felice. Ma la Serbia chiude le frontiere proprio ai ricchi e costruisce un muro di filo spinato a difesa dei ricchi migranti occidentali. In particolare, il protagonista, interpretato dal già citato Arnaud Humbert, vorrebbe entrare in Serbia per sposare l’amata Jelena, ragazza del luogo. Ci riuscirà?

    Ritengo che ” Na Granici “ esprima un’idea rivoluzionaria, su cui noi europei occidentali dovremmo soffermarci e non accantonare velocemente. In effetti il neo regista Laurent Rouy afferma ” Il mio film rappresenta una storia di immigrazione inversa, nel senso che i ricchi vogliono andare a stabilirsi tra i poveri “.

    Tra l’altro la Serbia, prima della chiusura della cosiddetta ” Rotta Balcanica “, si è mostrato un paese molto accogliente nei confronti dei migranti, con particolare riguardo alla condizione dei minori. Ad esempio un folto gruppo di migranti siriani per alcuni mesi sono stati ospitati in tende da campeggio ad  Autobuska Stanica “, la principale stazione degli autobus di Belgrado, nell’affettuosa solidarietà della popolazione locale. Elemento che qui in Italia, ahimè, sussiste solo in parte. 

    Ad ogni modo, nell’attesa del ribaltamento del mondo, esprimiamo le nostre congratulazioni a Laurent Rouy, Arnaud Humbert e ci impegniamo a non perdere di vista Novi Sad, nuova meta culturale dell’Europa del futuro. (nella foto: un’immagine del film Na Granici, nel video il commento di Na Granici – At The Border).

    Romina De Simone 

      

     

     

     

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  • Zimmermann trionfa all’Opera di Nizza

    Zimmermann trionfa all’Opera di Nizza

    NIZZA. 6 GIU. Una serata d’eccezione quella di venerdì 3 giugno alle ore 20  all’Opera di Nizza che ha visto protagonista il grande violinista tedesco Frank Peter Zimmermann nell’esecuzione del concerto per violino in re maggiore di Tchaikovski.  Uno splendido concerto , l’unico per violino che scrisse il compositore russo, composto rapidamente, animato probabilmente anche dai sentimenti personali che l’autore provava verso il giovane violinista Josif Kotek, il quale lo aiutò nella stesura occupandosi della praticabilità esecutiva.

    Questo concerto è di fatto  una delle pagine di più straordinario virtuosismo che per violino siano mai state scritte, e soprattutto nel primo e nell’ultimo tempo al solista sono affidati compiti veramente trascendentali. Ciaikovskiana al cento per cento è l’impostazione di tutto il concerto , nei suoi episodi enfatici come in quelli più liricamente raccolti. L’”Allegro moderato” iniziale è costruito in una forma di sonata trattata peraltro in maniera tutta personale, mentre nella “Canzonetta” troviamo l’idea melodica forse più genuina di tutto il Concerto . “L’Allegro vivacissimo” conclusivo è la pagina di più brillante virtuosismo del Concerto: i temi si rincorrono, si superano, si variano, conseguendo straordinari effetti di sonorità, dove sarebbe vano ricercare una profonda necessità d’espressione.

    L’attacco di Zimmermann ha un vibrato ricco e sonoro. Anche quando la partitura richiede più aggressività  il suono è continuamente portato, parlante, e le agilità vengono affrontate con piglio deciso e sobrio. Da parte sua, l’orchestra ha il merito di rimanere molto compatta, aderente alla funzione di supportare il solista, ma anche di dialogare con lui, soprattutto verso la conclusione del concerto, quando le impennate liriche mettono alla prova l’equilibrio delle forze orchestrali. Tanta parte ha anche il timbro dello strumento suonato da Zimmermann, uno Stradivari del 1711 conosciuto col nome di Lady Inchiquin, appartenuto, sembra, a Friedrich “Fritz” Kreisler.

    Il violinista tedesco vanta un’ intensa carriere concertistica internazionale a fianco di orchestre prestigiose e con rinomati direttori, che lo portano nelle più importanti sale e festivals musicali di Europa, Stati Uniti, Giappone, Sud America e Australia. In formazione cameristica e in recital si è inoltre esibito in numerosi concerti in tutto il mondo, acclamato dalla critica e dal pubblico. Suoi partners abituali sono i pianisti Piotr Anderzewski, Enrico Pace e Emanuel Ax. Detentore di numerosi premi e riconoscimenti, ha costruito negli anni un’ampia discografia per EMI Classics, Sony Classical, BIS, Ondine, Teldec Classics and ECM Records, più volte premiata a livello internazionale.

    Non meno interessante la seconda parte del programma che comprendeva il poema sinfonico Pelleas und Melisande di Schoenberg.  Di derivazione tardo romantica (Ein Heldenleben, Also sprach Zarathustra, Don Juan) il poema sinfonico, la cui musica a tema era molto in voga ai tempi di Schoenberg,  incanta il futuro padre della dodecafonia che non perde l’occasione di studiare il genere musicale a quel tempo più ambito dai compositori. La rottura con il sistema tonale avverrà più tardi, naturalmente, tanto che oggi l’ascolto del Pelléas di Schönberg riserva qualche sorpresa.La mimesi con la musica di Strauss e di Brahms, com’è ampiamente noto, durerà poco, ma il dramma divenne presto un punto di riferimento per i compositori come Debussy.

    L’orchestra sinfonica dell’Opera  Nizza sotto la direzione del Maestro Philippe Auguin è stata impeccabile nell’esecuzione di una partitura ricca di passaggi contrappuntistici e disseminata di ricchi e forti contrasti cromatici sinfonicamentegrevi . 50 minuti di musica affascinante , a tratti lugubre, a tratti lirica, a tratti profondamente dissonante, che ha visto impegnata un’orchestra di grandi proporzioni: 17 strumentisti ai legni, ben 18 agli ottoni, almeno una mezza dozzina di percussionisti. Un opera che si svolge senza soluzione di continuità, in cui  tutti i tempi , da silenziosi adagi a fortissimi larghi tipicamente sinfonici, si succedono con ampia libertà.

    Lo spettacolo aveva replica anche sabato 4 giugno alle ore 18.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • XV Premio Europa per il Teatro e XIII Premio Europa Realtà Teatrali

    Mats Ek, vincitore del XV edizione del Premio Europa per il Teatro

    CRAIOVA. 30 MAR. La XV edizione del Premio Europa per il Teatro, il più prestigioso riconoscimento europeo in ambito teatrale, e la XIII edizione del Premio Europa Realtà Teatrali si svolgeranno dal 23 al 26 aprile 2016 in Romania, a Craiova. Le manifestazioni si svolgeranno sotto il Patrocinio del Sindaco e il finanziamento della Città di Craiova (“Candidate City – Craiova Cultural Capital of Europe 2021”) e in cooperazione con la Fondazione Shakespeare di Craiova ed il Teatro Nazionale “Marin Sorescu” di Craiova.

    Il Premio Europa per il Teatro è stato creato nel 1986 e dopo nove edizioni a Taormina, diventa itinerante valorizzando ancora di più il suo aspetto internazionale, un’occasione importante di incontro e scambio del teatro europeo e internazionale. Il Premio Europa, in questa edizione fa tappa in Romania, a Craiova, vivace città industriale capitale dell’Oltenia e centro culturale di respiro internazionale. La Città di Craiova in sinergia con la Fondazione Shakespeare ed il Teatro Nazionale “Marin Sorescu” di Craiova che ospitano il Premio Europa, hanno fortemente voluto che la manifestazione avesse luogo come evento conclusivo della decima edizione dell’International Shakespeare Festival, che il 23 aprile 2016 coinciderà con i 400 anni dalla morte di Shakespeare.

    La Giuria della XV edizione del Premio Europa per il Teatro e della XIII edizione del Premio Europa Realtà Teatrali, ha stabilito l’assegnazione dei premi.  Il Premio Europa per il Teatro (PET) è conferito a quella personalità o istituzione teatrale (teatri o compagnie) che maggiormente abbia contribuito alla realizzazione di eventi culturali determinanti per la comprensione e la conoscenza tra i popoli. Il premio viene assegnato alla carriera e il vincitore viene scelto per l’insieme del suo percorso artistico, tra esponenti di grande rilievo del teatro internazionale, inteso nelle sue diverse forme, articolazioni ed espressioni ed è stato conferito per la sua XV edizione a Mats Ek, coreografo e regista svedese di fama mondiale. Mats Ek ha saputo combinare teatro e danza in una sua personale ed originalissima espressione. Ispirato da Martha Graham, Pina Bausch, Kurt Joos (dalla cui lezione prende vita la “danza drammatica” di sua madre Birgit Cullberg,), Ek mette in scena con grande successo alcune riscritture di classici del balletto ottocentesco contaminandole con elementi di danza moderna ma anche con fatti quotidiani, perché per lui è importante il riferimento alla società e all’epoca in cui vive. Nei sui balletti la figura femminile è messa in discussione per il ruolo che la società contemporanea affida alle donne, che per Mats Ek costituiscono non solo il fulcro dei suoi balletti ma dell’intera società.

    Il XIII Premio Europa Realtà Teatrali è stato attribuito ai seguenti artisti (in ordine alfabetico): Viktor Bodó (Ungheria), Andreas Kriegenburg (Germania), Juan Mayorga (Spagna), National Theatre of Scotland (Scozia/Regno Unito) e Joël Pommerat (Francia).

    Un Premio Speciale è stato conferito dal Presidente della Giuria del PET e dalle istituzioni rumene al regista rumeno Silviu Purcărete, esponente acclamato in patria ed a livello internazionale come rappresentante del teatro d’arte. In occasione delle manifestazioni del Premio Europa a Craiova sarà inoltre presentato un suo spettacolo, A Tempest.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • A maggio European Opera Day, Giornate europee dell’opera

    l’ European Opera Day dal 6 all’ 8 maggio

    GENOVA. 25 MAR. Dal 6 all’8 maggio 2016 si terrà la decima edizione degli European Opera Day, Giornate europee dell’opera.
    Ogni anno, il fine settimana più vicino alla data del 9 maggio (festa dell’Europa), teatri d’opera in Europa, e oltre confine, aprono le porte al pubblico di appassionati, e non, per celebrare l’arte della lirica e il talento di coloro che la fanno.

    Le Giornate europee dell’Opera celebrano l’opera come forma d’arte.
    Il loro scopo è quello di contribuire a portare l’opera nella corrente principale della pratica culturale e di migliorare il suo apprezzamento nella società di oggi.

    I primi European Opera Days si tennero nel febbraio 2007, esattamente nello stesso tempo in cui Opera Europa e Opéra National de Paris hanno ospitato il primo European Opera Forum, in collaborazione con Fedora, Reseo e Juvenilia. Lo European Opera Forum ha messo insieme più di 600 partecipanti – circa 400 professionisti lirici, 50 artisti, 70 amanti e amici dell’opera e oltre 100 giovani delegati.

    Ma al fine di rendere risonante per fare questo importante incontro e dibattito sull’opera in occasione del 400º anniversario del genere, gli European Opera Days sono stati creati, incoraggiando gli enti lirici di tutta Europa ad aprire le porte e accogliere un pubblico eterogeneo per attività speciali.

    Da allora, un tema annuale dona a ogni edizione una nuova prospettiva, un nuovo spunto per aprire un dialogo con le comunità locali. La ricerca per mezzo di sondaggi sul pubblico mostra che più del 60% dei partecipanti ha avuto il suo primo incontro con il proprio teatro lirico di riferimento proprio durante queste giornate speciali. Ed è un risultato importante il fatto che sin dalla prima edizione più di 1.000.000 di persone ha preso parte nelle diverse ed abbondanti iniziative offerte durante gli European Opera Days.

    Quest’anno ricorre la X edizione degli European Opera Days. Per celebrare questa tappa importante, é stato scelto un tema particolare: Theatre of the world.

    NOVITA’ DALL’ITALIA: i primi di marzo è stato presentato in Senato un disegno di legge che prevede di dedicare il 2018 a Rossini!

    FRANCESCA CAMPONERO

    Internet: www.operadays.eu

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  • A Londra si richiede il rimborso del biglietto per lo stupro in scena nella Lucia di Katie Mitchell

    A Londra si richiede il rimborso del biglietto per lo stupro servito in scena nella Lucia di Katie Mitchell

    LONDRA. 21 MAR. Di solito non si scrive un articolo in prima persona, questo lo dettano le leggi del giornalismo, ma questa volta ci tengo a dire il mio parere proprio in prima persona. Spesso quando ho scritto recensioni su regie di opere liriche o di testi teatrali che hanno osato troppo sono stata vista come una che non comprende l’innovazione. Ma di quale innovazione parliamo quando come nel don Giovanni al Carlo Felice si fa vedere uno stupro dentro un taxi giallo a New York rovinando il preludio del Don Giovanni di Mozart!?

    Beh, evidentemente gli stupri sembrano diventati di moda in questo periodo visto che lo stesso è accaduto nella Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti ad opera di Katie Mitchell presso il Covent Garden Opera House di Londra. Mitchell infatti si è divertito ad inserire nella sua regia atti sessuali di vario genere, compreso appunto uno stupro, e violenze di diverso tipo che hanno costretto il teatro londinese ad indicare al proprio pubblico, tramite posta elettronica, che se rimaneva infastidito da simili scene, era possibile avere il risarcimento del biglietto a quanti ne avessero fatto richiesta.

    E’ così è stato. Le trovate registiche non sono piaciute per nulla agli inglesi ed iI numero delle richieste di rimborso sembrerebbe già salito a 100, dando corso alla restituzione finora di ben 40 biglietti. Già in passato Katie Mitchell aveva fatto parlare di sé, per la sue traduzioni totalmente arbitrarie. Il libretto della Lucia, scritto da Salvadore Cammarano e tratto dal romanzo di Walter Scott The Bride of Lammermoor, non giustifica infatti in alcun modo, in nessuno dei suoi passaggi, la messinscena di uno stupro, che di fatto rientra nel campo della più totale improvvisazione su tema.

    A questo punto, sempre in prima persona, mi permetto di ricordare a questi signori registi (o registe) in voga al momento, che il pubblico dell’opera, da sempre molto esigente ma anche molto preparato e colto, non apprezza per nulla scelte del tutto arbitrarie nonché troppo sbilanciate rispetto ai libretti originali. Pertanto non è il caso di voler stupire e shoccare per fare qualcosa che resti nella storia. Nella storia restano sempre e comunque la classe ed il buon gusto, il resto è gossip.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Oggi nasceva Rudolf Nureyev

    Rudolf Nureyev

    GENOVA. 17 MAR. Il 17 marzo del 1938 nasceva su un treno nei pressi di Irkutsk, Rudolf Nureyev, il più grande ballerino di tutti i tempi.

    Inizia i suoi studi ad 8 anni ed a 19 è già uno dei più grandi ballerini della Russia. Nel 1961, rifiuta il rimpatrio forzato da Parigi, impostogli dal governo russo: rivedrà il suo Paese solo nel 1989. Intanto, diventa una stella del ballo anche in Occidente, prima con la compagnia del Marchese di Cuevas, poi con il Balletto Reale Danese di Erik Bruhn e, soprattutto,con il Royal Ballet di Londra. A Londra, forma, con Margot Fonteyn, una coppia destinata ad incantare il pubblico di tutti i teatri del mondo.

    Lo chiamavano “Il tartaro volante” , infatti i suoi genitori erano tartari. A differenza dei suoi colleghi, Nureyev rifuggì da prestabilite etichette di ruolo, spaziando dalla danza narrativa a quella concertante e astratta, desideroso di affrontare ogni sfida artistica. Per lui la danza era la vita stessa come affermava. “La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno.”

    Oggi per la danza classica, è una ricorrenza importante che la porta a ricordare a chi ha dato tanto ad una forma d’arte così bella e dura al contempo. Nureyev quando ci ha lasciati viveva a Parigi nel 1993, ed aveva 54 anni.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Aurèlie Dupont dirigerà il ballo all’Opera di Parigi

    Aurèlie Dupont

    PARIGI. 5 FEB. È un momento di grandi cambiamenti nel mondo della danza, c’è chi va e c’è chi viene. La Scala ha perso Vaziev ed ha acquistato Bigonzetti, adesso l’Opera di Parigi perde Millepied  ed al suo posto subentra Aurèlie Dupont. Un annuncio dato dal direttore Stéphane Lissner nella conferenza stampa indetta oggi pomeriggio a Parigi, a meno di 24 ore delle dimissioni di Benjamin Millepied.

    Dopo i venti anni di regno di Brigitte Lefévre, torna al vertice del ballo un’altra donna e per di più interna al teatro. Aurélie infatti ha condotto tutta la sua carriera all’interno dell’Opera  dando addio alla carriera meno di un anno fa. Fu nominata étoile nel 1998 da Rudolf Nureyev e attualmente ha 43 anni, giovanissima diremmo per una carica così importante.

    Lissner ha deciso velocemente, evidentemente non aveva dubbi a riguardo e la neo direttrice ha dichiarato che affronterà il nuovo compito con tutta la calma necessaria.  La danzatrice pensa a un programma con 13 titoli ed è convinta che non siano sufficienti solo due classici per stagione, come vuole il programma della prossima stagione che porta ancora la firma di Millepied.

    Simpaticamente ha anche dichiarato di non avere alcun talento come coreografa in contrapposizione al suo predecessore di cui questa sera è prevista l’andata in scena di un nuovo lavoro a Palais Garnier.

    Questa decisione fa pensare e riflettere sulle scelte  in uso ultimamente di prediligere coreografi di danza contemporanea a discapito di professionisti con un beck ground totalmente classico, ma Lissner sostiene ancora la sua scelta passata riguardo la nomina di Millepied: «Se n’è andato troppo presto, mentre altri se ne vanno troppo tardi». Noi non volendo essere troppo critici commentiamo: “ai posteri l’ardua sentenza”.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Kusturica, Kustendorf non può essere cancellato dalle mappe d’Europa

    Emir Kusturica con il Ministro della Cultura Ivan Tasovac, sorseggiando rakija

    MOKRA GORA. 29. GEN. Dal Nnostro inviato. ” Il Festival di Kustendorf non può essere cancellato dalle mappe d’Europa “. Queste le parole con cui il regista e ” Professor ” Emir Kusturica  chiude la nona edizione del festival, cui lui stesso ha dato origine ben’9 anni fa. Le sue parole tradiscono la personale tenacia che lui ha effuso in questi anni per “cementificare ” un festival cinematografico e musicale, diverso da tutti gli altri nel mondo, dal momento che dà voce e visibilità, oltre che a cineasti internazionali, ad artisti emergenti, le cui opere sono di rara bellezza, ma non sempre di facile distribuzione cinematografica.

    Un festival che si svolge nei Balcani, lontano dalle ” mappe europee” di frequentazione comune, non particolarmente visitato, ahimè , dai miei connazionali italiani, sicché l’invito, dal momento che il prossimo anno se ne festeggia il ” primo decennio “, è quello di informarsi ed aggiornarsi sul sito dedicato, www.kustendorf-filmandmusicfestival.org,  e di imparare a guardare agli eventi culturali al di là dell’Adriatico, perché esiste un’altra Europa di pari importanza rispetto a quella ufficiale.

    Il Festival si è concluso nella serata del 27 gennaio con la premiazione alla presenza di Kusturica dei tre Short- Moovies vincitori, realizzati dai diversi studenti. La premiazione è stata diretta dal Presidente di Giuria, Maji-da Abdi, documentarista e giornalista etiope che durante questi giorni ha valutato le nuove promesse insieme agli altri membri della Giuria: Divna Vuksanovic’, filosofa serba, Flaminio Zadra, noto producer romano che ha cofondato Dorje Film Production Company.

    I premi si suddividono in Uovo di Bronzo, Uovo d’Argento e Uovo d’Oro. L’Uovo di Bronzo è stato assegnato a Maria Guskova’s ( Russia, 1982 ) per il suo Short-Moovies ” Return of Erkin “, ( Russia, 2015 ) considerata la forza espressiva delle immagini e dei silenzi della propria opera. L’Uovo d’Argento è stato attribuito a Basil Khalil  ( nato a Nazareth )per il Cortometraggio ” Ave Maria “, (Palestina, Francia, Germania, 2015 ) valutato lo humour e la freschezza delle idee che porta in scena. Infine l’Uovo d’Oro è stato consegnato a David Borbas ( Svezia, 1986 ) per lo Short-Moovies ” Wartburg “, ( Ungheria, 2015 ) costituendo la sua opera un’interessante commistione di umorismo e tematica sociale. All’atto della premiazione, il giovane filmmaker Borbas ha pianto di commozione, intenerendo anche il pubblico per la sua umiltà e purezza artistica.

    Bellissime le danze tradizionali serbe della Cerimonia di chiusura con gli altrettanto variopinti i costumi tradizionali.

    Prima delle parole di commiato, è necessario fare un cenno sulla pellicola proiettata nel pomeriggio del 27 gennaio. Si tratta di ” Blanka “, opera prima nata da un Cortometraggio poi convertito in Lungometraggio, che di per sé costituisce attualmente un passaggio raro, del giovane promettente filmmaker Kohki Hasei, di nazionalità giapponese.

    ” Blanka “è stato prodotto dal producer romano Flaminio Zadra, membro della Giuria, come ho già citato. Blanka affronta con immagini realistiche eppure poetiche una tematica quanto mai dura; quella dei ” Minori Non Accompagnati “, se vogliamo dirla con i nostrani termini giuridici. Parla di Blanka, una ragazzina di 11 anni che sopravvive da sola a Manila, derubando i turisti. Lei sogna di ” comprare ” una madre. Incontrerà una ” figura genitoriale ” in Peter, un uomo di 55 anni, cieco musicista di strada il quale, pur essendo lui stesso esposto ad una vita misera, le offrirà affetto, insegnandole a cantare. A seguito di duri eventi, Blanka esprimerà da sé il desiderio di andare a vivere in orfanotrofio, dove non resisterà nemmeno un giorno. Tornerà da Peter, l’unica figura di riferimento della propria giovane vita, sebbene questo significhi essere per sempre abbandonati ad una vita di strada. Acclamazione e commozione all’unisono. Proprio in chiusura del festival, l’augurio è che questa pellicola sia presto distribuita in Italia, perché merita una profonda attenzione.

    La chiusa definitiva del festival sfocia nella festa che ogni anno si svolge al Visconti, il ristorante dove si ritrovano studenti e cineasti. Si tratta di una festa molto particolare, tipicamente balcanica, durante la quale hanno suonato la ” No Smocking Orchestra “, la band di Emir Kusturica, unitamente alla struggente voce di Verica Serifovic, vocalist che abita nelle zone della Serbia, popolate dai rom, la quale ci ha deliziato con il suo nostalgico modo di cantare. Chiaramente come ogni anno tutti i presenti si sono uniti nei tipici balli rom intorno ai tavoli, in una felicità generale.

    E su queste note si chiude il Festival di Kustendorf, esprimendo un particolare ringraziamento al Ministro della Cultura Ivan Tasovac che in buona parte lo patrocina.

    Si abbandona il parco naturale di Tara, dove sorge in effetti il villaggio di Kustendorf. Lo si lascia mantenendo impresse nella mente le immagini dei validi films visionati, le note delle bands dell’ex Yugoslavia ivi esibitesi e, dei volti intensi dei contadini della zona. Si attende dalla vicina Bosnia l’autobus per Belgrado, immersi ancora in un paesaggio di bellezza incontaminata, ringraziando per aver ritrovato l’umanità e l’armonia del vivere che questo luogo e questo Festival ci insegnano. (nelle foto: l’ultima giornata del Kustendorf Film and Music Festival con Kusturica).

    Romina De Simone

    Internet: http://kustendorf-filmandmusicfestival.org/2016/

     

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  • Il Festival di Kustendorf tra films rari e ballate balcaniche

    Kustendorf

    Kustendorf

    KUSTENDORF. 27. GEN. Ieri il Festival di Kustendorf ci ha dilettato con la proiezione di films non celeberrimi, ma certamente rari da vedersi in Italia. Che poi quest’ultimo rappresenta uno dei motivi che sospinge, a mò di vocazione, a frequentare Kustendorf.

    Durante la mattinata è stata proiettata una pellicola di genere drammatico, dal titolo ” Adelheid “, del regista ceco Frantisek Vlacil ed a seguire un workshop con il ” Professor” Emir Kusturica che a quelle terre è particolarmente legato.

    Il pomeriggio si è aperto con un Docufilm molto interessante, dal titolo ” A German Youth” del regista Jean-Gabriel Périot ( Francia, 1974 ), un giovane filmmaker che ha sviluppato uno stile di montaggio personale con l’impiego di immagini di repertorio. Sicché il suo stile è una commistione di sperimentazione, documentario e solo in parte finzione. Il film in oggetto affronta nel dettaglio una pagina che ha avuto un grande peso sulla storia tedesca, raccontando l’iter della nascita, sviluppo e declino de la Banda Baader Meihnof, dai nomi degli ” iniziatori “, altrimenti conosciuta come RAF, La Rote Armee Fraktion, fondata il 14 maggio 1970 da  Ulrike Meihnof, Andreas Baader, Gudrun Ensslin e Horst Mahler, attiva fino al 1993 ed ufficialmente disciolta nel 1998.

    Il film attraverso la ripresa di filmati storici, ripercorre l’entusiasmo iniziale soprattutto della giovane ed affermata giornalista Ulrike e del giovane Andreas, i quali, nell’immediato dopoguerra avevano l’ardire di cambiare il mondo in favore del proletariato, sfociando poi nella lotta armata. In effetti il loro manifesto dice ” Sviluppare le lotte di classe. Organizzare il proletariato. Iniziare la resistenza armata ! Costruire l’armata rossa! . Ma come ogni forma di guerra e / o di terrorismo, questa lotta partorisce vittime, vittime talvolta diverse da quelle disegnate, come autisti e guardie del corpo degli obiettivi.

    Certamente un Docufilm necessario, che evoca un lungo frammento di storia europea che va conosciuto, noto come ” autunno tedesco “. Un racconto che graffia il cuore per l’accanita speranza nutrita da un colto gruppo di giovani di migliorare il mondo in senso antimperialista, purtroppo scivolata in una cupa violenza. Certo che poi ancora oggi non è chiaro se Ulrike ed alcuni suoi compagni, tenuti in duro stato di detenzione, si siano lucidamente suicidati o siano stati suicidati.

    Valido nel contesto della pellicola, il riferimento finale ad alcune scene del recente film ” La Banda Baader Meihnof ” del filmmaker tedesco Uli Eder, notissimo in Italia per ” Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino “. Interessante momento di riflessione storica.

    Nel pomeriggio ci siamo dilettati con l’opera prima del giovane filmmaker romeno Corneliu Porumboiu dal titolo  ” Treasure “. Opera fresca, esilarante, che ricorda molto in embrione lo stile del grande maestro della medesima provenienza Radu Mihaileanu. Sicuramente il nuovo filmmaker incontrerà consenso artistico. A seguire la proiezione dei vari Short- Moovies in concorso.

    E la notte si aperta sulle note calde de ” Dejan Lazarevic Orchestra “ , gruppo folk proveniente da Pozega, Serbia. La loro musica coinvolge subito in danze rom tutti i presenti. D’altronde qui in Serbia sussiste un modo molto semplice e sano di divertirsi, che noi europei d’Occidente abbiamo irrimediabilmente perduto. Il finale in cui reinterpretano la struggente ballata che Goran Bregovic scrisse come colonna sonora per il ” Tempo dei Gitani ” di Emir Kusturica, si rivela un momento d’alta commozione. Sono tutti a ballare con la mano sul cuore. C’è da dire che la musica de Dejan Lazarevic Orchestra è esclusivamente strumentale. Ma non possiamo non menzionare alcune parole della citata ballata ” Tutti i Rom, Padre, nel giorno di San Giorgio, sacrificano l’agnello. Noi non abbiamo l’agnello e siamo poveri pure nel giorno di San Giorgio “. Su questa intensa musica, evocativa di una società altra, si esce dall’anfiteatro ad osservare il silenzio della notte dove il mondo è ancora umano.

    Romina De Simone 

    Internet: www.kustendorf-filmandmusicfestival.org

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